Alle Maldive con 800 dollari al mese, lascia l’Italia trova lavoro e marito

Tra il dire e il fare c’è di mezzo l’oceano Indiano ma con un cognome così. Pesce, si può ben fare. Paola Pesce, 51 anni, nata a Vimercate e cresciuta a Lomagna, Brianza lecchese, s’è spinta fino alle Maldive — secondo atollo a destra, questo è il destino — per rimanerci, reinventarsi, spiaggiarsi. Ma nessun gratta e vinci, l’agognata qualifica di «turista per sempre», perché qui, ai Tropici, la Nostra lavora come dipendente di una guest house, ovvero l’affittacamere, un ruolo che in realtà va ben oltre l’accoglienza: «Organizzo escursioni e stimolo l’interazione tra visitatori e popolazione locale». Così da 15 anni. Oggi vive sull’isola di Vashafaru, «a forma di sorriso», estremo Nord, dove ha ritrovato anche l’amore. In Italia due figli e un ex marito. Il futuro è color corallo, nebbia mai, sabbia bianca, nostalgia poca. «Ero un’ausiliaria socio assistenziale nelle case di cura. Accudivo persone disabili e anziane: 1.100 euro al mese. Pochini, se hai una casa e due figli da mantenere. Galeotta fu una vacanza alle Maldive col mio ex marito, un posto che ci rapì al punto da farci ritornare quattro mesi dopo con tutta la famiglia: avevo 36 anni e i bimbi piccoli, un maschio e una femmina. Obiettivo: aprire una guest house in un atollo a Sud di Malé, la capitale. Ho uno stipendio base di 800 dollari, poi ho le provvigioni sul venduto, per esempio le escursioni in barca. Il costo della vita s’è alzato». corriere.it