Ammazza la moglie davanti ai figli, presa a coltellate
Ha ucciso la moglie dentro casa a coltellate davanti ai tre figli. La vittima, Ana Cristina Duarte Correia di origini brasiliane, aveva 38 anni. L’ennesimo femminicidio è avvenuto a Saltara, nel comune di Colli al Metauro, in provincia di Pesaro e Urbino. L’assassino, E.D., autista di 54 anni, è stato fermato dai carabinieri ed è trattenuto in caserma dei carabinieri della compagnia di Fano per omicidio volontario. A differenza delle prime notizie emerse l’uomo non era stato formalmente denunciato nei mesi scorsi: i due risultavano sposati da dieci anni. Ana Cristina se n’era andata di casa per le violenze subite dal marito. Il 2 settembre scorso i carabinieri della stazione di Colli al Metauro, dopo la segnalazione dell’uomo, avevano immediatamente contattato la donna che si era recata in caserma per essere ascoltata. Ana Cristina aveva spiegato di essere vittima delle violenze del marito, e per questo aveva deciso di volersi allontanare da lui senza però volerlo denunciare. A quel punto i militari dell’Arma hanno comunque provveduto a presentare immediata notizia di reato inoltrandola alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Pesaro, attivando la procedura urgente del «codice rosso». Il pubblico ministero aveva anche chiesto di sentire formalmente la donna: non è chiaro se la deposizione ci sia mai stata. La notte scorsa Ana Cristina è ritornata a casa senza avvisare le forze dell’ordine. Ed è stata coinvolta in un nuovo, improvviso litigio: in presenza anche dei tre figli minori l’uomo ha sferrato alcune coltellate alla donna, colpendola all’addome. Per la gravità delle ferite riportate, la donna è stata trasferita, in elisoccorso, presso l’ospedale civile Torrette di Ancona, dove poi è deceduta. L’intervento dei Carabinieri della Compagnia di Fano, con l’impiego di diversi equipaggi, ha consentito di rintracciare l’uomo che si era nascosto, al buio, in un terreno vicino. Sequestrata l’arma del delitto, un coltello a serramanico. I militari della squadra rilievi scientifici del Reparto Operativo Nucleo Investigativo del Comando Provinciale Carabinieri di Pesaro e Urbino hanno poi eseguito i rilievi nell’abitazione, repertando materiale e riscontrando elementi utili per le indagini, per poi sottoporre l’abitazione a sequestro penale. Il cinquantaquattrenne è stato portato presso la Casa Circondariale «Villa Fastiggi» di Pesaro, in attesa dell’udienza di convalida dell’arresto che sarà fissata a breve dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Pesaro «Si è consumata l’ennesima vergogna compiuta dagli uomini nei confronti delle donne. È un dolore immenso». Lo ha detto Paolo Briganti, sindaco di Colli al Metauro commentando il delitto. «Accanto al dolore, vi è la preoccupazione per i tre figli, tutti minori, ai quali bisogna provvedere». Molte le foto sul profilo Instagram di Ana Cristina. «Gettami ai lupi e tornerò guidando il branco», è la scritta che compare come status su quella pagina. E ancora: «Sapete cosa ne penso di quando mi dite `hai troppi figli, troppi tatuaggi… Sei troppo così troppo cosà? Andate a ca**re». Tantissime le immagini della donna, in vari outfit. Altrettante le foto con i suoi bambini. «Sono meglio di quello che aspetti e peggio di quanto possa immaginare». E ancora: «Sono forte, sono impulsiva, sono prepotente. Sono aggressiva. Ma poi dietro quello che vedi ci sono io che credo che ci sia sempre del buono nelle persone, io che dopo tutte le delusioni continuo a fidarmi, io che quando litigo con chi amo piango, io che per aiutare gli altri do meno attenzione ai miei problemi, ecco chi sono io». E poi un post datato 2018 in cui scriveva: «Penso che in tutta la vita ne ho passate di cose, mi hanno urlato contro, fatto scandalo, buttato fango addosso, minacciata, usata, frantumate perfino le ossa. Però quello che non sanno è che io […] tornerò sempre, […] come la Fenice risorgo sempre dalla ceneri e come il pazzo ho paura». «È da quando sono nata che ho dovuto lottare per la vita ed è da quando sono viva che desidero la morte. Quindi per rendere chiaro: se non muoio dovrò pur continuare a vivere». corriere.it