Barbecue, maxi sequestro carbonella prodotta con diossine
Un’articolata rete produttiva e commerciale attiva tra Trentino Alto-Adige, Austria, Germania, Croazia, Serbia e Svizzera ha introdotto sul mercato bricchette per barbecue prodotte con ceneri derivanti dai processi di piro-gassificazione, quindi con valori elevati di idrocarburi policiclici aromatici e diossine, pericolose per la salute umana. I carabinieri del Comando per la tutela ambientale e la sicurezza energetica, supportati dai Comandi provinciali interessati, hanno eseguito il decreto di sequestro preventivo disposto dal gip del Tribunale di Trento, su richiesta della Procura di Bolzano e della Procura distrettuale di Trento, che coordinano l’inchiesta. In sostanza anziché smaltire come rifiuti le ceneri decadenti dai processi di piro-gassificazione di alcuni cogeneratori dell’Alto Adige, contenenti idrocarburi e diossine, le trasferivano in impianti della Croazia. Lì le polveri venivano unite con plastiche e leganti non naturali per ottenere saponette per barbecue e commercializzarle con false certificazioni in Italia e all’estero. Carbonella contaminata, dunque, e pericolosa per la salute umana se utilizzata per grigliare carne, verdure e cibi. Nell’inchiesta del Noe di Trento sono coinvolte la Laaser Eyrser Energiegenossenshaft Leeg, impresa che gestisce l’impianto di Lasa (in Alto Adige), la Versciaco srl che gestisce l’impianto di Versciaco (provincia di Bolzano), la società austriaca Syncraft GmbGH e la società croata Krizevci Produkt. Parte lesa Obi Italia, noto marchio di distribuzione, che si costituirà parte civile e che ha già ritirato i prodotti dal mercato. Ricostruito il giro con ramificazioni in Germania, Serbia e Svizzera, e accertata la presenza di idrocarburi e diossine nelle bricchette, la procura ha chiesto e ottenuto dal gip di Trento il sequestro preventivo della merce con ritiro immediato delle confezioni in tutta Italia. Gli inquirenti hanno notificato a 9 indagati, di cui 3 austriaci, l’avviso di garanzia per «attività finalizzata al traffico illecito di rifiuti» e «frode in commercio». Secondo gli investigatori il provvedimento eseguito è la «coda» di un altro sequestro, eseguito il 13 dicembre scorso, quando i militari avevano tolto dal mercato in Trentino Alto Adige fertilizzanti realizzati con ceneri provenienti dagli stessi impianti di cogenerazione. In quel caso le ceneri, una volta miscelate con compostati verdi e letame, venivano insacchettate, distribuite e vendute al dettaglio come «Terra pret» attraverso i consorzi agrari. corriere.it