Bauli, ecco il nuovo panettone al costo di 15 euro
Bauli riordina i marchi, ne ridisegna la gerarchia ed elegge Motta a etichetta premium. È il primo importante passo della strategia annunciata in estate che proietta il gruppo di Castel d’Azzano (Verona), proprietaria di Motta dal 2009, a toccare la soglia del miliardo di fatturato entro il 2030, contro i 630 milioni con cui è stato chiuso, a giugno, l’ultimo esercizio. L’intento, chiarisce l’ammninistratore delegato, Fabio Di Gianmarco, è di «riposizionare marchi storici importanti, – Bauli, Motta, Doria, Bistefani – che finora hanno in pratica giocato nella stessa fascia mainstream di mercato». Motta ha superato il secolo di storia, è consolidato come pochi nelle memoria collettiva nazionale; naturale che sia il primo candidato a una manovra di valorizzazione della propria eredità. A dare la rotta è stato chiamato Bruno Barbieri, chef stellato prestato alla pasticceria, lasciato libero di introdurre ingredienti innovativi e ad adottare tecniche di produzione diverse. «Siamo intervenuti sulla velocità delle linee – è l’esempio dell’ad – perché il processo di cottura per Barbieri esigeva tempi più lunghi». Ciò senza rendere inaccessibile il top di gamma e abbassare la percezione degli altri marchi. Panettone e pandoro industriali, ma di qualità artigianale in più versioni, sarà già a Natale sugli scaffali a 15 euro; avrà gusti inediti legati all’impiego di erbe e spezie, oltre a colorazioni particolari. I prodotti continuativi (merende, biscotti eccetera), anch’essi stellati, stanno già comparendo nei punti vendita. Per quanto riguarda Bauli, gli investimenti, che nel piano industriale valgono 82 milioni, mirano a introdurre nuove proposte e a potenziare la presenza sui mercati internazionali, oggi responsabili del 20% dei ricavi. Va registrato il successo in Paesi con gusti un po’ diversi. In india sono graditissimi i croissant al pomodoro e prezzemolo, al tandoori e, il più recente, al formaggio dolce. Lì Bauli rileva una progressione delle vendite nell’ultimo anno di circa il 25%. In Italia in cantiere c’è l’installazione di una nuova linea nello stabilimento di Orsago (Treviso), ora riservato ai biscotti, da cui usciranno le referenze Frozen. Prodotti congelati da portare a cottura con un normale forno domestico o da bar, allineandosi a tendenze di espansione di altri player (vedi l’operazione Sammontana-Forno d’Asolo). «La partenza nei primi mesi del nuovo esercizio – chiude Di Gianmarco – ci lascia molto fiduciosi». corriere.it