Bidello lavora 3 giorni in 9 anni, scoperto dalla Finanza faceva il noleggiatore in nero
Nove giorni di lavoro in tre anni a 40mila euro fra stipendi annui e indennità mensili di disoccupazione. Un collaboratore scolastico in servizio nel Pordenonese si assentava a oltranza dal suo impiego all’Istituto tecnico Kennedy, all’Istituto professionale Zanussi del capoluogo e al Torricelli di Maniago, lavorando contemporaneamente come noleggiatore in nero, riuscendo a mettere da parte un tesoro di ben 300mila euro. Il quarantenne è indagato per truffa e uso di atto falso. Ma non è l’unico ad essere nei guai nell’ambito dell’inchiesta della Guardia di Finanza di Pordenone, visto che a rispondere di certificazioni false saranno anche cinque medici, che avevano attribuito all’uomo malattie invalidanti in modo che potesse restare a casa dal lavoro senza correre rischi. Come riferisce il quotidiano il Gazzettino, le patologie ascritte al 40enne erano psoriasi reumatica e insufficienza renale. È stata la segreteria dei tre istituti ad accorgersi della situazione a dir poco anomala. I militari, coordinati dal colonnello Davide Cardia, hanno iniziato a incrociare i dati raccolti e si sono resi conto della situazione, mettendo l’uomo nel mirino: «Il modus operandi era sempre lo stesso – si legge nella nota della Guardia di Finanza – con l’uomo che, dopo aver risposto alla chiamata dell’istituto scolastico, si presentava in segreteria, firmava il contratto di lavoro e, in seguito a tre giorni di servizio, tornava nel suo paese d’origine, in provincia di Reggio Calabria per svolgere in tutta tranquillità un’altra attività lavorativa, inviando falsi certificati medici emessi da professionisti compiacenti». Secondo le indagini delle Fiamme Gialle, grazie a quei certificati medici, il 40enne rientrava a Locri, suo Comune di residenza, senza la necessità di essere sottoposto a una visita fiscale. Inoltre, così facendo, accumulava punti per le graduatorie avanzando nel punteggio. Nel frattempo svolgeva attività di brokeraggio sul fronte del noleggio auto senza alcuna autorizzazione e si recava anche all’estero. Sulla base dell’attività investigativa, il sostituto procuratore Marco Falon ha emesso un decreto di perquisizione a Locri. Nella sua abitazione sono stati trovati 300mila euro in contanti, tutti sequestrati. Secondo gli avvocati della difesa Francesca Chinè e Domenico Leone, non è stato possibile per i legali effettuare l’accesso agli atti ed è dunque impossibile, almeno al momento, studiare una chiara strategia difensiva. corriere.it