Capitale della cultura italiana, Roccasecca in finale ma passa Agrigento
«Sono orgoglioso di questo riconoscimento: ci offrirà una grande possibilità per lo sviluppo futuro e per l’economia del territorio. Oggi non hanno vinto Agrigento e la Sicilia: ha vinto l’Italia. Perché nel momento storico e politico in cui ci troviamo, avere scelto e promosso questo dossier il cui progetto è incentrato sullo scambio culturale tra popoli e le diverse etnie del Mediterraneo, è stato un grande atto di coraggio e di sensibilità da parte della giuria e delle istituzioni». Francesco Micciché, sindaco di Agrigento, reagisce con entusiasmo ed emozione alla proclamazione della sua città a Capitale italiana della cultura 2025 nel salone Spadolini, al pianterreno del ministero della Cultura al Collegio Romano. Subito dopo lancia un appello alle altre città finaliste: «Non lasciamoci oggi qui, andandocene a casa. Cerchiamo invece di creare una rete turistica da Aosta ad Agrigento, uniti tutti dall’essere italiani». Le altre nove città finaliste erano appunto proprio Aosta con Assisi, Asti, Bagnoregio, Monte Sant’Angelo, Orvieto, Pescina, Roccasecca e Spoleto. Il riconoscimento comprende un milione di euro di finanziamento. Molto significativamente il progetto di Agrigento 2025 include Lampedusa, approdo di innumerevoli e spesso tragici sbarchi di immigrati. Si legge nelle motivazioni della giuria presieduta da Davide Maria Desario: «Agrigento assume come centro del proprio dossier di candidatura la relazione tra l’individuo, il prossimo e la natura coinvolgendo l’isola di Lampedusa e i comuni della provincia e ponendo come fulcro il tema dell’accoglienza e della mobilità».