Ciliegie quasi 20 euro al chilo, prezzo alle stelle è record in Italia 

Produzione in calo, qualità alta. Il risultato è prevedibile: prezzo elevato. Soprattutto lontano dai luoghi di produzione, come a Milano. Chi, in questi giorni, ha provato ad acquistare ciliegie, si è imbattuto in cartellini del prezzo non inferiori ai 10 euro al chilo, spesso a 15 euro fino a sfiorare quota 20. È la legge del mercato, ortofrutticolo e non solo: offerta bassa, domanda elevata. Se si aggiunge l’incremento dei costi di produzione, il caro ciliegie sorprende ancora meno. Questo, almeno, è quanto denuncia la Coldiretti di Puglia, una delle regioni a più alta produzione di ciliegie (nella provincia di Bari si coltiva il 40% della produzione nazionale, in particolare tra Conversano e Turi): «A fronte di un brusco calo produttivo, gli agricoltori hanno dovuto far fronte al balzo dei costi di produzione e alla grave siccità. Con il caldo anomalo della primavera, risulta più che dimezzata la produzione delle pregiate ciliegie Ferrovia con un calo del 50%-60% di frutti sugli alberi rispetto allo scorso anno». Stesso discorso anche per la qualità Bigarreau. Una situazione che preoccupa, tanto da aver chiesto l’attivazione delle verifiche in campo dei tecnici della Regione Puglia per la richiesta del riconoscimento dello stato di calamità naturale. Se al Sud la situazione preoccupa per la siccità, non meno difficile è la situazione al Nord, anche se per motivi opposti: i recenti nubifragi hanno messo in difficoltà, e non poco, i coltivatori di ciliegie di Vignola, nel Modenese. Le piogge torrenziali hanno provocato – come evidenzia Coldiretti – l’allagamento diffuso dei campi, rendendo impossibile l’accesso ai poderi per effettuare la raccolta e le lavorazioni. «Per le ciliegie, le cui varietà precoci sono in piena maturazione, il rischio è che l’eccesso di acqua (nel terreno ed atmosferica) provochi il fenomeno definito “cracking” cioè “spacco”, consistente nella rottura dell’epidermide che si verifica quando, in fase di maturazione, ci sono piogge molto intense e umidità atmosferica elevata rendendo di fatto il prodotto non commercializzabile con le conseguenti perdite economiche». corriere.it