Clochard vince 40mila euro ma non può ritirarli, è senza tessera sanitaria

Ha vinto 37 mila euro con i soliti sette numeri al Superenalotto. Quelli che giocava da sempre. Una schedinda 1,50 euro. Un intoppo burocratico (in fase di risoluzione) ha però messo in discussione il suo successo: È la storia di Gianluigi, senzatetto pugliese che vive a Senigallia (Ancona). La sua è una vita di povertà, di espedienti e di ricerche continue di aiuto. Quel sostegno di cui, come raccontato da lui stesso, ora non avrà più bisogno. «Me li gestirò da solo questi soldi, voglio rimanere invisibile» ha raccontato al Corriere Adriatico Gianluigi. Soldi di cui però ancora non dispone. L’uomo è sprovvisto di tessera sanitaria, necessaria per riscattare la vincita. Non basta infatti il codice fiscale, unico documento a disposizione dell’uomo. Secondo la gente di Senigallia il problema si risolverà agevolmente. In suo sostegno c’è infatti, ancora una volta, la Caritas. Dopo averlo avuto ospite per tutto lo scorso inverno, ora saranno necessarie le copie dei documenti che aveva depositato tempo fa. In città Gianluigi è noto come «Cassano». Il riferimento è al suo marcato accento barese che a molti ricorda l’ex calciatore del Bari e della Nazionale. Un soprannome che ha sempre fatto ridere il clochard. Un uomo buono. Lo racconta anche Massimo Severi, tabaccaio, che aveva venduto quel tagliando del Superenalotto racconta: «Sono contento siano andati a lui – spiega sul quotidiano marchigiano – noi in centro lo chiamiamo Cassano e lui ci ride su. Ne ha bisogno perché ogni tanto dorme sulle panchine poi alla Caritas, si arrangia con quello che riesce a trovare. Quando è in città gioca abitualmente. Siamo tutti contenti per lui, si merita questa vincita». Senigallia è infatti solo una delle sue tappe. Vaga infatti per le Marche. Pesaro e Senigallia, i suoi due luoghi di riferimento. E già in passato era stato al centro delle cronache. In via Mastai, a Senigallia, aveva ceduto un cornicione e lui aveva dato l’allarme allontanando la gente in attesa dei soccorsi. corriere.it