Coronavirus Ciociaria-“Aprire l’ospedale di Ceccano”
“Alla luce delle numerose e legittime richieste di riapertura di ospedali chiusi nella nostra provincia, da parte di esponenti politici e associazioni del nostro territorio, per far fronte all’emergenza sanitaria in atto, e per decongestionare gli ospedali attivi, ritorniamo anche noi sul tema, essendo stati tra i primi ad affrontarlo e credendo fortemente in questa battaglia per la tutela della salute pubblica – ha affermato Emanuele Piroli, candidata a sindaco di Ceccano – Risulta ormai necessaria una riorganizzazione dell’assistenza sanitaria, con il potenziamento dell’offerta ospedaliera, per evitare il collasso a discapito dell’utenza e degli operatori stessi, costretti a turni massacranti e rischio biologico elevato. Ricordiamo, quindi, di aver inoltrato agli enti preposti (Ministero, Regione e Direzione Generale della Asl di FR) la prima lettera di proposta di apertura di almeno un reparto nella attuale Casa della Salute di Ceccano, in data 6 marzo ‘20, a cui ha fatto seguito un sollecito in data 12 marzo ‘20, e una terza lettera in cui si invitano le autorità competenti ad eseguire un sopralluogo per verificarne la fattibilità. Un reparto che possa essere di sostegno a quelli presenti nei nosocomi attivi, considerando le difficoltà che stanno affrontando, tanto da rimandare a casa molti pazienti che avrebbero bisogno di cure ed assistenza. Pensiamo alla possibilità, ad esempio, di riconvertire la degenza infermieristica (UDI) e di ricavare altri posti letto, circa 30, in altre stanze, dopo la ricollocazione dei servizi presenti, e di attivare l’impianto per l’ossigeno. Inoltre, per fronteggiare la carenza di organico, riteniamo utile e opportuno il rinnovo degli incarichi professionali di tutte le figure sanitarie, vista la drammaticità della situazione e l’urgenza di poter disporre da subito di personale, che potrebbe essere impiegato anche a Ceccano.
“Siamo ben consapevoli della mole di lavoro a cui sono sottoposte tutte le istituzioni per far fronte all’emergenza sanitaria, ma auspichiamo si prenda in considerazione questa opportunità e si intervenga con un sopralluogo, come si è provveduto a fare in altre regioni, ad esempio in Toscana, dove il governatore ha progettato l’apertura di reparti ospedalieri in ex ospedali dismessi o parzialmente dismessi, comprese delle terapie intensive, oppure in Veneto, dove sono stati ripristinati cinque ospedali abbandonati, ricavando 240 posti letto – ha aggiunto Piroli – È evidente che gli ospedali attivi e in particolare lo Spaziani, convertito in Ospedale Covid-19, non possano far fronte a tutto e non possiamo nascondere la testa sotto la sabbia. Non si può assistere inermi al collasso in atto del principale presidio ospedaliero del nostro territorio, per mancanza di visione di un problema ormai testimoniato dalle file di ambulanze impossibilitate a lasciare in ospedale pazienti con Covid-19. Fondamentale è poter garantire la giusta assistenza a tutti anche nella peggiore delle prospettive. Necessario è essere pronti. In Lombardia, oggi, soprattutto nel Bergamasco, si muore e si muore in casa, perché gli ospedali non hanno più posti per i pazienti. Non si può arrivare al punto di essere costretti a decidere chi intubare e chi no. L’unica pretesa che abbiamo è di essere ascoltati, il nostro è un appello che si unisce a quello di tanti cittadini, preoccupati per se stessi e per i propri cari”.
Redazione Digital