Coronavirus-“In Ciociaria edilizia in ginocchio”

“Uno stop che mette in evidenza numeri catastrofici per il settore costruzioni di Frosinone che, da almeno tre anni, dava segnali ripresa. Lo sottolinea il Segretario Territoriale della Feneal Uil Flavio Fareta nel momento drammatico dell’emergenza sanitaria, sociale ed economica che sta combattendo l’intero Paese. Il comparto, in Ciociaria, aveva fatto registrare una crescita consolidata nell’ultimo biennio dal 5 al 8%, testimoniati dall’aumento dei cantieri, degli occupati, delle ore lavorate e della massa salari, crescita che ora rischia di bloccarsi.

“Siamo fortemente preoccupati per quanto sta avvenendo in queste settimane – spiega Fareta – e lo siamo anche per il futuro perché il nostro settore era in ripresa e questo stop forzato potrebbe farci tornare indietro vanificando tutti gli sforzi compiuti in questi anni. I nostri uffici stanno lavorando a ritmi serrati per assistere lavoratori e aziende che hanno fatto richiesta per accedere alla cassa integrazione e ai bonus messi a disposizione da parte del Governo, anche se per quanto mi riguarda, l’iter scelto per erogare Cig e sussidi è sbagliato”.

“Non capisco come mai l’Agenzia delle Entrate che conosce l’iban di tutti i contribuenti non possa versare direttamente le spettanze sui conti correnti. Si è scelto invece di passare attraverso le banche che, per l’ennesima volta, trarranno un vantaggio economico da un momento di crisi generale. Essendo una situazione di emergenza occorreva agire in maniera più snella e veloce percorrendo la strada più corta e diretta possibile, ma così non è stato”. Tra le imprese del settore edile ciociaro serpeggia grande preoccupazione e non potrebbe essere altrimenti visto che il fermo potrebbe prolungarsi ancora per settimane. Per riuscire a contenere i danni e a far ripartire l’economia nazionale esiste una ricetta ben chiara, lo Stato deve tornare ad investire sul territorio nazionale mettendo da parte stimolando la domanda interna e smettendo di inseguire l’unico parametro che è stato preso in considerazione dall’ingresso in Europa ad oggi, cioè l’export. Va assolutamente aumentata la spesa pubblica sui territori, stop al patto di stabilità, investire sulla messa in sicurezza del territorio, sulle infrastrutture, edilizia scolastica, strade, per dare l’opportunità all’edilizia e a tutto il grande indotto che crea di riprendere il processo virtuoso di crescita e fornire la spinta agli altri settori della nostra economia. Il cuore del nostro paese deve tornare ad essere la famiglia, la casa, il lavoro”.

“In un momento così drammatico hanno minacciato le imprese di pesanti penali se non avessero consegnato i cantieri nei tempi previsti. Anche per questo motivo noi sindacati abbiamo minacciato lo sciopero generale chiedendo di fermare anche il settore dell’edilizia. La nostra priorità è sempre stata ed è la salute dei lavoratori. In troppi ancora oggi escono di casa e non tornano, le morti bianche sono l’aspetto più doloroso al quale è proprio questa emergenza sociale ci fa capire quanto poco si è ancora fatto in termini di igiene e sicurezza nei luoghi di lavoro. Non potevamo permetterci il rischio che i lavoratori in un processo come il cantiere poco standardizzato nel ciclo produttivo, potessero contrarre il coronavirus e contribuire alla trasmissione del contagio. Sono convinto che se tutte le forze in campo si adopereranno per il bene del nostro paese, terminata questa emergenza vi sarà una forte spinta economica come nei dopo guerra”.

Redazione Digital