Coronavirus vaccino, in Ciociaria 300 milioni di dosi
La guerra al Covid ha uno degli avamposti più importanti in Italia ad Anagni, a 70 chilometri da Roma, dove la multinazionale Sanofi ha deciso che avvierà proprio da qui la sua produzione del vaccino che sta sviluppando insieme all’altro colosso farmaceutico Gsk subito dopo la fine della sperimentazione. L’indicazione arriva direttamente dai vertici: «Qui c’è un centro di eccellenza di grande esperienza», avverte l’ad e presidente Sanofi Italia Marcello Cattani. «Prevediamo di entrare in Fase tre a dicembre», aggiunge il vice presidente esecutivo globale, Thomas Triomphe, di Sanofi Pasteur che punta – se tutto filerà liscio nei test sull’uomo – a produrre 1 miliardo di dosi entro il 2021. Di queste, 300 milioni sono destinate all’Europa e ad Anagni se ne produrrà una buona parte. La distribuzione dopo l’ok dell’Agenzia Ue del farmaco potrebbe partire a metà 2021.
L’Italia si conferma così Paese di punta nella corsa al vaccino più ambito potendo fare affidamento su una forte tradizione manifatturiera nella farmaceutica che, non a caso, ne fa il primo Paese produttore di farmaci in Europa. Anche perché proprio ad Anagni potrebbe partire nelle prossime settimane anche l’infialamento di 400 milioni di dosi del vaccino di AstraZeneca e Oxford presso l’azienda biotech Catalent. Questa piccola cittadina di 20mila abitanti che ha dato i natali a quattro Papi darà così la luce anche a milioni di dosi di due dei candidati vaccini più promettenti. Mentre a Nord di Roma, a Castel Romano, l’azienda biotech Reitehera insieme allo Spallanzani lavora a un vaccino tutto Made in Italy arrivato ai primi test sull’uomo.
L’annuncio di Sanofi sarà diffuso giovedì 1 ottobre dal colosso farmaceutico nel suo stabilimento vicino Roma dove è prevista anche la presenza del ministro della Salute, Roberto Speranza. «Questo stabilimento fa parte del Gruppo Sanofi da 47 anni ed è un centro di eccellenza a livello europeo per la produzione di prodotti farmaceutici sterili iniettabili», avverte Cattani. Che ricorda come qui «c’è una lunga esperienza nella produzione di vaccini e anche nel campo regolatorio» e anche per quello sul Covid si utilizzerà «una tecnologia basata sulla proteina ricombinante che è già usata con successo per la produzione di alcuni dei nostri vaccini influenzali: questa scelta, insieme all’uso di un adiuvante del nostro partner Gsk, ci consente di puntare a una produzione globale in tutti i nostri siti produttivi di un miliardo di dosi nel 2021». Una operazione in cui Anagni avrà «un ruolo chiave insieme ad altri due siti in Europa».
Il vaccino Sanofi attualmente è alla fase 1 e 2 di sperimentazione: quella che prevede, oltre alle prove di sicurezza, anche i primi test di efficacia su ampi gruppi di volontari. Ma si appresta a entrare nel vivo della sperimentazione più ampia, quella finale prima dell’ok definitivo: «Prevediamo di passare alla Fase III entro il dicembre di quest’anno», avverte Triomphe, vice presidente di Sanofi Pasteur. «Nutriamo grandi speranze perché i nostri dati preclinici hanno mostrato un buon profilo di efficacia e immunogenicità». L’autorizzazione dell’Ema se tutto filerà liscio «potrebbe avvenire – conclude – a maggio-giugno 2021 e subito dopo saranno disponibili le dosi per i Paesi europei». ilsole24ore.com