È morta Liliana De Curtis, la figlia del principe Totò
Addio a Liliana De Curtis, la figlia di Totò. È morta a 89 anni, nella sua casa romana. I funerali si terranno domenica a Napoli, alle ore 11 nella chiesa di via Vergini 45. Liliana De Curtis era nata a Roma il 10 maggio del 1933, figlia del “principe della risata” e di Diana Rogliani. Le fu dato il nome di battesimo in ricordo di Liliana Castagnola, attrice a cui l’attore napoletano era stato legato e che si suicidò per amore di Totò. Ha partecipato alle riprese di alcuni film come San Giovanni decollato e Orient express. È stata anche attrice di teatro e ha scritto alcuni libri. A Napoli il 21 settembre 2013 ricevette un premio alla carriera in occasione della festa di San Gennaro. Il feretro arriverà direttamente da Roma e al termine della funzione religiosa la salma sarà portata al cimitero di Poggioreale dove si trova la cappella della famiglia De Curtis.
“Mamma, la prima parola che pronunci. Mamma, quando ti chiamo, ti vedo correre verso di me, mi prendi in braccio, mi guardi e mi abbracci forte forte al tuo petto. Mamma so che ci sei sempre con me, il calore del tuo corpo mi accompagnerá a vita. Oggi mi fai piangere, ma fino a ieri mi hai fatto sorridere. La vita é fatta di opposti: gioia e dolore, vita e morte, sonoro e muto, giorno e notte. Sono due assi che si incrociano e in quel punto centrale é racchiusa l’essenza della vita: l’amore”, scrive la figlia Elena Anticoli de Curtis, che, fino alla fine, ha assistito Liliana. Elena sapeva che la sua mamma stava vivendo le sue ultime ore e così, il suo dolore, ha deciso di affidarlo ad una poesia che ha fatto leggere all’ANSA. “Senza amore – prosegue la figlia nel suo ricordo – la vita perde il suo significato. Mentre scrivo sento il tuo respiro flebile e stanco, a breve questo respiro non lo udiró piú, ma mi pervaderá il sollievo, sollievo perché la tua sofferenza é terminata, apparterrai alla morte, sei diventa seria hai abbandonato le pagliacciate dei vivi. Grazie mamma, mi hai permesso di starti accanto fino alla fine, mi hai permesso di restituirti tutto l’ammore di cui mi hai ricoperto. Ti voglio bene assaje”.
Alla figlia di Liliana fa eco Antonello Buffardi de Curtis, il figlio: “L’insegnamento più bello che mi ha lasciato mia mamma? Aiuto e amore”. Per lui è stata una donna “meravigliosa, divertente, simpatica, piena di vita”. “Ha vissuto alla grande e purtroppo si è spenta lentamente, molto lentamente e questo è stato un grande dolore – racconta all’ANSA – il regalo più bello che mi ha dato è l’aiuto, che non si nega a nessuno. Era l’unica figlia di Totò, il suo più grande amore e lei era il più grande amore per il babbo”.
“Con la scomparsa di Liliana de Curtis, Napoli e l’Italia intera perdono una straordinaria protagonista del panorama culturale. Ha tenuto viva la memoria di suo padre, l’indimenticabile Totò, ricostruendone vita e opere a beneficio di chi lo amava e lo ama tuttora”. Con queste parole il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, commenta la scomparsa di Liliana de Curtis. “In tal senso – prosegue – è massimo lo sforzo dell’amministrazione comunale e delle Istituzioni nazionali affinché Totò possa avere presto il Museo che merita nel cuore della nostra città”.
Un ricordo anche dall’ex sindaco di Napoli, Luigi De Magistris: “Ho un ricordo affettuoso di Liliana de Curtis con la quale decidemmo di realizzare nel 2017 la mostra su Totò in occasione dei 50 anni dalla morte del principe della risata. Sono vicino ad Elena e alla sua famiglia”.
Tra i suoi desideri c’era da sempre l’apertura del museo dedicato a suo padre, il principe De Curtis, nel Rione Sanità. Un grande spazio nel palazzo dello Spagnolo, gioiello del barocco. Ma Liliana de Curtis non è riuscita a coronare il sogno di una vita, anche se negli ultimi anni la battaglia era stata portata avanti dalla sua figlia Elena.
Ogni 15 aprile, anniversario della morte di Totò, l’argomento tornava di attualità per i vari appelli all’amministrazione comunale e così è stato anche quest’anno, a 55 anni dalla scomparsa. L’idea di una sede prestigiosa per tutto il materiale nacque nel 1999 dalla Fondazione De Curtis. Un “ente museo di Totò” era stato deliberato nella seconda metà degli anni 90 dalla Regione Campania, stabilendone la sede al terzo e quarto piano del Palazzo dello Spagnolo, locali dati in comodato d’uso al Comune di Napoli. Ma i lavori partiti dopo il 2000 si interruppero e il museo è restato chiuso.
Tante le firme raccolte dal Fai nel 2013 come ‘luogo del cuore’ ma il premio vinto non potè neppure essere assegnato. Nel 2017 se ne riparla per l’accessibilità che richiede la realizzazione di un impianto ascensore, sembra che i problemi dei permessi siano risolti e il Comune annuncia l’apertura per il maggio dei monumenti dedicato a Totò. Ma non succede più nulla. Due anni fa anche il ministro Franceschini dichiara, nel corso di una visita a Pompei, che si sarebbe impegnato per l’apertura del museo Totò e che risorse erano disponibili, ribadendolo ancora nel 2021. ansa.it