È morto Federico Salvatore
È stata Flavia D’Alessio, la moglie del cantautore e cabarettista napoletano Federico Salvatore, a raccogliere tutte le sue forze per annunciare che il marito non c’è più. Nell’ottobre del 2021 aveva avuto un’emorragia cerebrale e da allora non si era più ripreso. «Sono stati i mesi più difficili e dolorosi della nostra storia d’amore – ha scritto Flavia – mesi in cui ho pregato e sperato che lui tornasse a casa da me e dai ragazzi e che tornasse tra le persone che lo amano e che in questi mesi ha pregato e sperato con me. La cosa più complicata è gestire il dolore. Federico è andato via in un’ora. È successo tutto velocemente. In un primo momento avevo pensato a una cerimonia privata ma non sarebbe stato giusto. Federico non avrebbe voluto. Le persone che hanno seguito Federico nella sua carriera artistica non sono semplicemente fans. Sono suoi amici. Tutti gli artisti che hanno collaborato con lui non sono stati solo colleghi. Sono i suoi amici. Mi sembra giusto dare a tutti loro la possibilità di un ultimo saluto a Federico. Cosa che non sono riuscita a fare io. Non sono riuscita a salutarlo». I funerali saranno celebrati domani 20 aprile, alle 12.30, nella Basilica di San Ciro a Portici. Il “cantattore”, così amava definirsi Federico, che strizzava l’occhio a Giorgio Gaber e a Fabrizio De Andrè, immergendo tutto il suo sapere nella tradizione culturale partenopea, sospeso tra Basile, Di Giacomo, gli Squallor e Pino Daniele, non c’è più. Federico Salvatore è stato artista vero, colto e popolare, prerogativa di pochi. Ogni parola, ogni strofa che ha scritto e cantato era “pensata”, figlia di un sentimento popolare ma anche di tanta cultura. Il suo album “Azz…”, nel 1995, con 700.000 copie vendute, collezionò due Dischi di Platino. Da allora brani tormentoni di successo e piccoli capolavori come “Napolitudine” e “Sulla porta”. Federico Salvatore è stato un cantastorie dei nostri giorni che si muoveva funambolico, tra denunce sociali e momenti di poesia, affidate all’orecchio dell’ascoltatore come un montaggio cinematografico. corriere.it