Eclissi totale di sole, tutti con il naso all’insù ecco il fenomeno meteorologico dell’anno
La strumentazione è già arrivata in Messico, e a breve la seguirà il nucleo di scienziati che dall’Italia è incaricato di osservare l’eclissi totale di Sole visibile l’8 aprile in Nord America e che è stata ribattezzata «il fenomeno meteorologico dell’anno».
«L’eclissi totale di Sole è un evento piuttosto raro rispetto alle eclissi parziali. Avviene ogni qualvolta la Luna in fase di novilunio riesce a occultare interamente il disco solare, e permette di osservare la corona del Sole, che normalmente non si riesce a vedere perché è un milione di volte meno luminosa del disco solare, che ci acceca» spiega Lucia Abbo, ricercatrice nel gruppo di Fisica Solare dell’Osservatorio Astrofisico di Torino, che coordina il progetto Eclipse2024: «alcune delle misurazioni che abbiamo in programma non sono mai state fatte, e ci daranno indicazioni sul campo magnetico coronale molto vicino al lembo del Sole, che normalmente non è facile da osservare né dalla Terra né dallo spazio. Il disco si può occultare anche artificialmente: esistono apparecchiature per farlo sin dagli anni Trenta, ma rispetto agli strumenti attuali la Luna come occultatore del disco solare è impareggiabile». Ci avviciniamo al periodo di massima attività del Sole, ma è impossibile prevedere se durante l’eclissi assisteremo anche a eventi come tempeste o eruzioni solari.
L’allineamento Terra, Luna e Sole che causa le eclissi totali può avvenire anche due volte l’anno, ma in genere è visibile da zone non agevoli come i Poli. Quest’anno invece il fenomeno sarà osservabile dal Messico fino al Canada, similmente all’eclissi del 2017, osservata dall’Alaska fino alla Florida. Per chi sarà nella zona, ci sono siti web dedicati con le informazioni su dove posizionarsi per una visione ottimale. «È prevista una mobilitazione di milioni di persone nella striscia dove si potrà vedere l’eclissi. Dalle fonti locali sappiamo che c’è un certo allarmismo: le autorità stanno valutando se bloccare il traffico, e si teme che non si troverà benzina né scorte alimentari» afferma la ricercatrice.
Il gruppo in partenza dall’Osservatorio astrofisico di Torino è composto da 10 persone: 8 ricercatori e tecnologi, uno studente e un ricercatore dell’Esa. Per arrivare, quasi due giorni di viaggio: la partenza il 2 aprile, un giorno di volo fino all’aeroporto di Monterrey, e poi cinque ore di pullman fino all’altopiano vicino Torreón. Da allora fino all’8 aprile, ogni giornata servirà per posizionare e ricalibrare le strumentazioni e i computer. Il giorno dell’eclissi le ultime decisioni: «un’ora prima dell’inizio del fenomeno dovremo scegliere tra due sequenze osservative, a seconda delle strutture che verranno osservate sul Sole, poi partiranno dei processi in automatico» spiega Lucia Abbo. Il 12 aprile è previsto il rientro in Italia.
Il fenomeno inizierà in Messico verso l’una, ora locale, poi si sposterà in Texas e verso nord fino al Canada, infine nell’Oceano Atlantico. Non incrocerà grandi città, a parte Dallas che vedrà l’eclissi solo per breve tempo. Arriverà in Italia verso le 20.15, quando ormai non sarà più visibile.
Il gruppo Inaf Torino si stabilirà nel nord del Messico: «ci posizioneremo su un altopiano a 1100 metri d’altezza vicino la città di Torreón. È una zona malsicura, per questo ci avvarremo dell’aiuto di contatti locali, ma è la migliore perché lì l’eclissi dura di più: potremmo osservarla per circa 4 minuti e 20 secondi, inoltre c’è un clima secco e una minore probabilità di copertura nuvolosa». Uno studio delle statistiche degli ultimi 15 anni ha rivelato che il sito scelto ha solo il 20% di probabilità di copertura nuvolosa, mentre in altre zone degli Stati Uniti la probabilità sale al 50%.
È prevista una campagna osservativa congiunta con altri strumenti da Terra e dallo spazio coordinata dal network Whole Heliosphere and Planetary Interactions (Whpi): «è un’occasione per nuove collaborazioni scientifiche: verranno messi a disposizione decine di strumenti diversi sia da Terra che dallo Spazio. Ci saranno gruppi di ricerca e discussione sull’analisi dei dati» dice Lucia Abbo.
Il progetto Eclipse2024 è nato anche grazie a un mini-grant dell’Inaf, è coordinato dall’Oato-Inaf con la partecipazione di personale dell’Agenzia Spaziale Europea, il supporto tecnico e logistico dell’Osservatorio Astronomico della regione autonoma Valle d’Aosta e con il supporto tecnico dell’Università di Firenze.
Per chi vorrà vedere l’eclissi dall’Italia, l’Inaf trasmetterà in streaming la diretta del fenomeno, mentre il 21 aprile al Planetario di Torino ci sarà il racconto della spedizione scientifica. corriere.it