Eva contro Eva, l’odio delle donne verso altre donne

di Thaira Mangiapelo

C’è una violenza di cui nessuno parla. Esiste una disumanità attorno a cui ruota un silenzio assordante: è l’odio delle donne verso le proprie simili.
Tutte noi dovremmo vedere almeno una volta il film “Eva contro Eva”, del regista statunitense Joseph L. Mankiewicz, per riflettere ed essere consapevoli di una violenza femminile contro il genere femminile.


Donne spietate in continua competizione con le altre, portatrici di gelosie legate a situazioni più assurde, artefici di pettegolezzi avvelenati che possono arrivare a far soffrire molto la “donna bersaglio” di turno arrivando ad intaccare seriamente la loro reputazione. È davvero triste evidenziare come le donne collaborino per distruggere e tradire le altre
rappresentanti del loro stesso genere.

Amicizie di fatto mai nate. Rapporti interrotti per futili motivi. E poi non ci lamentiamo se la cultura maschilista è ancora quella dominante. Il primo vero cambiamento è riconoscere tutto questo. Essere donna è spesso difficile non perché abbiamo a che fare con gli uomini, è terribilmente difficile perché abbiamo a che fare con quella fetta di donne invidiose, rancorose, rabbiose, autrici di legami spezzati per competizioni più assurde.

Paradossalmente, spesso, non si invidia una donna più bella, ricca e potente di noi. È come se l’astio che cova nell’animo si chiedesse: “ma perché lei, che ai miei occhi non ha valore, è così stimata ed apprezzata? Un gruppo di donne può essere, quindi, un covo di vipere? Sì”. Gli uomini in questo sono molto più solidali tra loro, collaborano di più e meglio. Dunque alcune donne dovrebbero capovolgere questa situazione imponendosi insieme alle
altre. Per una volta, quindi, dovremmo davvero prendere esempio dagli uomini.