Facebook e Instragram a pagamento, 13 euro al mese
Facebook e Instagram lanceranno a partire da novembre – per la precisione già dal 6 novembre – un piano di abbonamenti a pagamento per utilizzare le due piattaforme senza pubblicità. Dopo le anticipazioni dei giorni scorsi da parte del Wall Street Journal, l’annuncio ufficiale arriva direttamente dalla società americana. La decisione, si legge nel comunicato, è stata presa «per conformarsi alle normative europee in evoluzione». Gli abbonamenti saranno disponibili nei Paesi dell’Unione Europea e dello Spazio Economico Europeo, oltre che in Svizzera. Chi risiede in queste regioni avrà la scelta «tra continuare a utilizzare gratuitamente i servizi con annunci pubblicitari personalizzati oppure iscriversi e non vedere più gli annunci. Finché le persone sono abbonate, le loro informazioni non saranno utilizzate per le pubblicità». Gli abbonamenti costeranno 9,99 euro al mese su web e 12,99 euro al mese su iOS e Android. Meta ha poi precisato che a partire dal primo marzo 2024 agli account aggiuntivi di ciascun utente, verrà applicato un costo aggiuntivo di 6 euro al mese sulla versione web e di 8 euro al mese per l’accesso mobile. L’annuncio ha subito avuto un riflesso positivo sulle azioni del marchio, in rialzo a inizio mercato del 3,5%. Nel prosieguo del comunicato, Meta ha poi voluto specificare la propria filosofia d’impresa: «Crediamo in un Internet supportato dalla pubblicità, perché dà alle persone l’accesso a prodotti e servizi personalizzati, indipendentemente dal loro status economico, e inoltre consente alle piccole imprese di raggiungere potenziali clienti, far crescere la propria attività e creare nuovi mercati, favorendo la crescita dell’economia europea». E si prosegue, spiegando le motivazioni della decisione: «Come altre aziende, continueremo a sostenere la necessità di un Internet supportato da annunci pubblicitari, anche con la nostra nuova offerta di abbonamenti. Ma rispettiamo lo spirito e lo scopo di queste normative europee in evoluzione e ci impegniamo a rispettarle». corriere.it