Ferentino, maggioranza spaccata ma Franco Collalti resta all’opposizione
di Fabio Paris
Nelle ultime settimane un vero e proprio polverone, sulle dinamiche sottese alle differenti linee politiche del centrodestra in ambito provinciale, si è alzato tra le colonne dei media ed ha caratterizzato il dibattito tra gli amministratori. Se, infatti, da una parte la scena è rubata dalle prossime elezioni comunali del capoluogo, nel resto della provincia non manca di certo il rincorrersi di voci che vedono protagonisti gli attuali rappresentanti delle varie amministrazioni. Non fa eccezione Ferentino. La “roccaforte dem” è al centro dell’interesse degli addetti ai lavori da quando la maggioranza, che ha stravinto le ultime elezioni, sembra essersi spaccata in due anime. La prima, che fa riferimento agli amministratori di più lunga data, la seconda che fa capo all’attuale sindaco, nonché presidente della Provincia di Frosinone, Antonio Pompeo. Proprio quest’ultima fazione sembra essere la più attiva dal punto di vista della “campagna acquisti”, a tal punto che persino qualche nome del centrodestra è stato accostato ultimamente all’area pompeiana, ferma restando la necessità di intraprendere dapprima un viatico civico. A scanso di equivoci, la nostra redazione ha raggiunto il capogruppo di Fdi presso l’assise ferentinate, l’avvocato Franco Collalti, protagonista la settimana scorsa di alcune dichiarazioni oggetto di ambigua interpretazione da parte dei media.
Avvocato, la settimana scorsa abbiamo letto di un suo possibile avvicinamento all’area dell’attuale amministrazione. Avrebbe il piacere di chiarire la sua posizione in favore dei nostri lettori?
Certamente. La situazione è molto più semplice di quanto venga a sembrare o, meglio, di quanto complessa voglia essere fatta passare da alcuni professionisti dell’informazione. La scorsa settimana ho divulgato, mediante dei quotati organi di stampa locale, alcune mie dichiarazioni in cui esponevo alcune mie riflessioni, a consuntivo degli ultimi quattro anni di amministrazione, in cui certamente emergevano delle criticità. Criticità intrinseche alla normale attività dell’amministratore di enti locali. E come potrebbe essere diversamente semplice amministrare un comune, per di più dai banchi dell’opposizione? Ciò invece, con evidente intenzionalità, è stato travisato agli occhi dei lettori in favore di un’interpretazione che mi vedeva prossimo ad un cambio di schieramento. Ma non da Fratelli d’Italia, di cui sono un fiero rappresentante, verso un mio nuovo percorso civico, bensì, si lasciava intendere che aprissi uno spiraglio all’attuale maggioranza. Ovviamente qualsiasi pubblicazione in tal senso è stata oggetto di rettifica, sotto mia espressa richiesta.
Forse gli ultimi avvicendamenti nella politica gigliata hanno aperto il largo a tale tipo di interpretazione?
Sicuramente Ferentino si sta dimostrando un luogo dove fare politica può prescindere dal posto che si occupa nell’arco costituzionale o durante le precedenti tornate elettorali. Io non sono qui a sindacare l’operato altrui. Voglio e tengo soltanto a ribadire che la mia rappresentanza di una forza del centrodestra è stata soltanto la naturale prosecuzione del mio percorso elettorale. Sono stato leader della coalizione di centrodestra alle ultime elezioni e sono tutt’ora capogruppo in consiglio comunale per FdI, forse il partito che, tra gli altri, meglio incarna i valori di tale schieramento. La mia critica muoveva circa le pieghe che, la politica nazionale di un partito, può prendere a livello locale rispetto alle dinamiche che meglio valorizzerebbero altrimenti il territorio.
Quindi una voglia di tornare civico c’è?
Capisco il lavoro del giornalista. Il voler estrapolare a tutti i costi la notizia più ad effetto da qualsiasi discorso. Ma, ribadisco ancora, la mia è ed è stata meramente una dichiarazione, frutto di considerazioni personali, circa l’attuale stato dell’arte della politica locale, in particolar modo, visto che a me piace parlare dei fatti miei e non di quelli altrui, rispetto a quelle che sono le declinazioni dell’agire politico del mio partito nella provincia di Frosinone.
Ci riferiamo in particolar modo quindi a Fratelli d’Italia. Come mai una forza politica, capace di esprimere un senatore della Repubblica nella provincia di Frosinone, non è riuscita a far presa su un territorio come quello ferentinate?
La politica è una scienza inesatta. Non la si può calcolare né prevedere correttamente. La si può vivere solamente con passione, più come un’arte che come una scienza appunto. Quello che ho fatto io, quello che la mia famiglia ha fatto per Fdi (la figlia dell’avvocato Collalti, anch’essa avvocato, riprese in mano il circolo comunale di Fdi, abbandonato dal precedente responsabile, subito dopo le elezioni, ndr) è stato dimostrare affetto e partecipazione. Gli stessi sentimenti di appartenenza che hanno guidato la mia famiglia nel lavoro e negli rapporti personali durante l’arco degli anni. Non potevamo non rispondere presente. Allo stesso tempo, in quanto amministratore della “cosa pubblica”, non posso lesinare considerazioni che ritengo imprescindibili e alla base del rapporto di trasparenza che ho e che voglio continuare ad avere con i miei tanti elettori. Mi spiego meglio. Fare politica su di un territorio ben preciso è sicuramente differente dal farlo a livello nazionale. Bisogna conoscere e comprendere le dinamiche che caratterizzano il quotidiano vivere.Da queste considerazioni nessuno di noi può prescindere, né i parlamentari, di qualsiasi rango, né i giovani che intendono intraprendere un percorso politico.Il problema dei movimenti giovanili oggi è essenzialmente questo. La mancanza di un approccio di qualità all’azione politica. Essere una risorsa, sostanzialmente vuol dire saper valorizzare la struttura dentro la quale ci si muove, senza individualismi e dietrologie. Allo stesso tempo, la struttura che intende investire sui giovani dev’essere attenta ad accompagnare l’azione di quest’ultimi, nel rispetto dei ruoli e dei canoni che ad una seria politica si confanno. La mia professione mi ha insegnato che nessun particolare può essere lasciato al caso, così come il nostro agire dev’essere sempre connesso ad un disegno e ad un percorso prestabilito. La politica “a braccio”, la presenza incessante sui social, anche laddove il superfluo eccede il necessario, non possono sostituire l’azione civica nella sua genuinità. Questo è il monito che mi sento di lanciare, a tutti. A chi mi segue politicamente e professionalmente, ai miei colleghi, ai miei cari ed anche ai miei “avversari”.
Una dichiarazione di amore per la politica, ma anche di critica all’operato di chi la politica la fa. Possiamo concludere così?
Sì. Il tempo è galantuomo e dirà chi ha operato a maggior vantaggio della cittadinanza che si va a rappresentare. Si può fare politica attiva per il proprio territorio anche dai banchi dell’opposizione ed io penso di averlo dimostrato. L’ho fatto con le mie proposte e le mie iniziative, sempre nel rispetto dei rapporti con i colleghi dell’assise e di chi è stato designato all’amministrazione del nostro comune. L’ho fatto, nel tentativo di rendere lustro, per quanto a me possibile, al partito che rappresento. Se poi, l’azione politica da me prodotta, viene inficiata, anziché valorizzata, dalle articolate declinazioni che una struttura di partito porta con sé, allora la via civica diviene l’unica e imprescindibile forma cui ricondurre ogni discorso propositivo sul territorio. Spero con questo di aver reso chiarezza a quanto di poco nitido era emerso nei giorni scorsi ed anzi, voglio approfittare di questa possibilità porgendo ai cittadini di Ferentino ed ai lettori di Area C i miei più cari auguri per una serena Pasqua. Che possa essere l’occasione per ripartire tutti insieme dopo questi ultimi terribili tempi.