Ferragosto, quando a Veroli si pregava San Napoleone
di Alfredo Gabriele
Poco più di un mese prima, nella notte tra il 9 e il 10 Luglio del 1809 si era verificato l’assalto al Quirinale e la deportazione del Pontefice in Francia. In questa prima impresa furono presenti alcuni di Ceccano e di Alatri; nessuno di Veroli. La nostra città ernica tuttavia contava tra i suoi concittadini esponenti di spicco filo-francesi. Per questo motivo alla data del 15 agosto successiva Veroli fu prescelta per una grande manifestazione di giubilo in onore di Napoleone. Nei verbali del Comune di Veroli o altrove, negli atti ufficiali, non si trovano documenti che ricordano l’evento perché gli anni della restaurazione pontificia fecero nascondere l’evento. Una sintetica relazione è stata trovata tra le corrispondenze di una famiglia privata e merita oggi la lettura: eccola.
“Veroli 15 agosto 1809
Amico carissimo Tirate le debite linee di proporzione, io credo che niun’altro Paese della Provincia abbia solennizzato con tanta pompa e con tanto ordine la Festività di S. Napoleone. Tutte le Chiese della Città han prestato parati ed argenti alla Cattedrale per accrescerne la ricchezza e la solennità del rito. La Municipalità vi ha fatto una figura brillantissima; tutto deliziosamente bene, e quando io non ho trovato di che lagnarmi è tutto dire. Sapete che l’altra volta non dissi così. Doppia e superba illuminazione. Messa solenne coll’assistenza di tutte le Collegiate, Fraterie, Seminario, Curati etc. Accademia di Canto, rinfresco sontuoso, pallone, parate militari di linea e Legionari, e tutto con grazia, con buona intelligenza, con soddisfazione e plauso universale e senza il minimo inconveniente. Non entro in dettagli perché vi vorrebbe una lettera di molte pagine. Non so se altrove avran potuto e saputo fare altrettanto. Tutti si son prestati e di cuore e di buona fede, e con impegno straordinario. Io ne son contentissimo. Vi serva di consolazione. La marcia delle cose non mi sorprende; sapevo bene che tale sarebbe stata nel suo principio. Credo però che non tarderà molto a cambiare. Si deve star di buon animo. Se volete trovarmici, sollecitate il ritorno. State sano; il Pubblico intero mi chiama all’Accademia ed il Pubblico va inteso e rispettato. Sono in fretta ma con il solito attaccamento. Bouchard”.
Il mittente era arrivato a Veroli da Frosinone e si affrettava a scrivere ad un noto Verolano allora residente a Roma. I suoi concittadini, cattolici e giacobini, festeggiarono quel Ferragosto in onore di S. Napoleone, come voleva il Governo francese in quel 1809. Caduto questo Governo non restò poi nessuna traccia dell’accaduto.