Festival Conservatori Frosinone, tre gruppi sul palco
Serata piena domani al Festival dei Conservatori di Frosinone. Saranno, infatti, tre i gruppi che si alterneranno, a partire dalle 21.15, sul palco di piazzale Vittorio Veneto. La prima ad esibirsi sarà la Qro (Quick Response Orchestra) nata in seno al Dipartimento Jazz del Conservatorio Santa Cecilia di Roma. L’ensemble riunisce esperienze di ricerca musicale e artistica maturate negli anni di studio dei singoli componenti; in particolare su avanguardia Jazz e Jazz sperimentale, Composizione scritta d’arte sperimentale, Conduction e Soundpainting. Qro ricerca costantemente un equilibrio tra improvvisazione libera, svincolata da modelli precodificati, e improvvisazione tematica; alla luce di questa necessità, tutti i temi eseguiti sono composizioni originali elaborate dai membri dell’ensemble, anche in forme grafiche e con notazioni sperimentali o non ordinarie. La resa sonora è caratterizzata dal forte uso dell’effettistica, ma anche dalla varietà delle tecniche esecutive utilizzate: dalle più convenzionali e in stile, alle più acusmatiche. La ricerca musicale è costantemente in relazione con le idee e i concetti della Conduzione Chironomica: tecnica che permette al Conductor di guidare la forma dell’improvvisazione attraverso le mani e la gestualità. Spesso QRO affronta esperimenti di ibridazione tra diversi linguaggi artistici nelle esecuzioni live (poesia, fotografia, realtà aumentata ecc.). Dopo la Qro sarà la volta del “Sebastiano Esposito Trio”, composto da Sebastiano Esposito, guitar (conservatorio San Pietro a Majella), Giovanni Macchiaverna, bass (conservatorio San Pietro A Majella), Elio Severino, drums (conservatorio Nicola Sala). Sebastiano Esposito è un giovane chitarrista di 25 anni. Da circa un mese ha pubblicato “24”, il suo primo disco solista registrato in presa diretta e realizzato completamente in analogico. Iscritto al terzo anno del triennio di “Chitarra Jazz” sotto la guida del M. Pietro Condorelli al conservatorio “San Pietro a Majella”, Sebastiano si conferma un chitarrista di matrice Rock fortemente contaminato dalle armonie e dal linguaggio Jazz. Ad intraprendere questo viaggio con lui, la sezione ritmica formata da Elio Severino alla batteria (iscritto al terzo anno al corso di “Batteria Jazz” al conservatorio di Benevento “Nicola Sala”) e Giovanni Macchiaverna al basso (iscritto al terzo anno al corso di “Basso elettrico Jazz” al conservatorio “San Pietro a Majella” di Napoli).
Lo scopo del progetto è quello di diffondere la propria voce attraverso la propria musica cercando di abbattere i limiti del “genere musicale” con cui troppo spesso viene etichettata la musica inedita. A chiudere la serata di esibizioni sarà il “Glimpses of lives project”. La storia del jazz è attraversata da nomi di grande spessore e tra questi non può non essere ricordato quello del sassofonista Wayne Shorter, musicista che ha vissuto e scritto in prima persona gran parte della storia di questo genere. Costante del suo percorso musicale e di vita è la continua ricerca: Shorter, sempre affascinato ed incuriosito dalla realtà, la reinterpreta attraverso un personale processo creativo, sviluppato sin da bambino, anche grazie alla sua grande passione per libri e film. “Glimpses of Lives Project” prende spunto da questa sua peculiarità e, partendo da alcune composizioni shorteriane, cerca di rappresentare diverse scene di vita e tematiche. Da qui il nome del progetto, in italiano “scorci di vite” e la decisione di inserire la voce come punto focale di esso: i testi originali, aggiunti a quasi tutti i brani, permettono infatti una più immediata e personalizzata ricezione della storia descritta. Il progetto, nato da un’idea della cantante Giulia Tadiello, accompagnata dal pianista Yazan Greselin, dal contrabbassista Raffaele Romano e dal batterista Matteo Frigerio, volontariamente esclude dal suo organico il sassofono, così da rendere una personale interpretazione dei brani scelti, pur cercando di rimanere fedele alla musica dell’autore e alla filosofia insita in essa. Il percorso musicale di Shorter va di pari passo con quello spirituale: ciò lo porta ad uscire dai canoni convenzionali; la sua musica diventa una sorta di stream of consciousness. Gli arrangiamenti dei brani scelti per il progetto tengono conto del multiforme percorso umano e musicale dell’artista. Sono caratterizzati da momenti con tempi dispari e cambi metrici, a pedali con voce recitante, il tutto cercando sempre di creare diverse e stimolanti possibilità di interplay per i musicisti. Presenta Mary Segneri.