Filosofia oltre i muri
Filosofia oltre i muri è una rubrica filosofica che occupa uno spazio che non le appartiene, la si trova dove non ci si aspetterebbe di trovarla, esce fuori dalle mura dell’università, straripa per abbondanza da contesti accademici e si riversa nelle strade della vostra città, percorre vicoli e entra nelle case; è una filosofia che si mette al servizio del dialogo, educata all’ascolto. Non sarà curata esclusivamente da una persona, il pensiero di diversi filosofi interagirà con noi per offrire una chiave interpretativa della realtà che non sia univoca, nel segno del dialogo e avversa ad ogni pregiudizio.
Lucia De Carolis
Prima di ogni cosa
di Luciano García (S. de J.)
Il primo bacio, il primo giorno a scuola, il primo giorno in prova. Il primo amore, il primo errore, il primo sole che ti scotta. Ed è la prima volta anche per me, che vedo te. Prima di ogni cosa (…). E tu sei al primo posto in questa vita che mi sembra nuova. Prima di ogni cosa.
Più di qualcuno tra voi avrà letto cantando questo testo e poi gli è venuta in mente l’immagine di Fedez che contempla il bimbo che ha in braccio. Sebbene qui non vogliamo parlare di Fedez, perché lui da solo è abbastanza eloquente, questo testo e quest’immagine ci sembrano perfetti per dire un po’ la nostra riguardo alla filosofia e un po’ riguardo a tutto.
Spesso noi filosofi siamo visti come degli strani omuncoli che indossano gli occhiali a metà naso, che hanno la mente in un altro pianeta e quando scendono tra i compaesani parlano di argomenti scontati utilizzando parole complicate e un po’ pedanti. E forse noi filosofi dovremmo accettare questa sentenza. Tuttavia, qualcosa sfugge ai nostri giudici e, non di rado, è dimenticata anche da noi stessi: che la filosofia ha il suo inizio nella meravigliae che per meravigliarsi veramente davanti a una realtà a volte avversa, a volte benevolente, sempre mutevole e pur sempre la stessa, occorre tornare bambini…e che i bambini non sanno parlare, soltanto amare e giocare.
La filosofia come professione, è vero, ha bisogno di strumenti concettuali, di parole, di neologismi, di disciplina, di sistemi, eppure la filosofia come elemento umano, e quindi come possibilità aperta a qualsiasi persona che riesca ancora a meravigliarsi, prima di avere bisogno di complessi strumenti che mai riuscirà a utilizzare come si deve, si manifesta mediante l’umile innocenza di chi prima di ogni cosa guarda, contempla e sente come un brivido percorrere, mediante un muto sospiro, tutto il suo essere.
La meraviglia è ciò che apre ogni persona alle profondità del reale. Questo non significa che non si possa essere coscienti della realtà quando si è annoiati dalla routine dello scorrere del tempo: svegliarsi, andare al lavoro, il pranzo, il lavoro ancora, tornare a casa, baciare i figli, andare a dormire. Ogni giorno lo stesso. Semmai a Pasquetta si va in campagna e poi si torna alla normalità. Tuttavia, è proprio in quel giorno di Pasquetta in cui andiamo in un posto da tempo non visitato, che torniamo a meravigliarci. I fiori ci sembrano diversi, le nuvole, il sole, l’odore delle salsicce, il viso di mamma, lo strano buon senso della suocera… sembrerebbe che tutto sia nato di nuovo, e ci si sente come risorto. Non c’è nessun motivo per rifiutare niente, si sospira di gioia, di serenità e di gratitudine. E quel sospiro, direbbe Nietzsche, è come un santo sì a tutte le cose: qui comincia la filosofia, quella vera e creativa, quella che si apre ad ogni persona e che cambierà di nuovo il mondo.
E come c’entra Fedez in tutto questo? Beh… egli ce l’ha raccontato: davanti al bimbo che culla tra le sue braccia egli si sente “solamente un bambino, che chiamerai papà”. A partire da questo modo di contemplare le sue circostanze, la sua vita, la sua realtà, tutto diventa nuovo per lui, e al centro ci sono sempre quelle prime volte del bambino di cui egli continuerà a meravigliarsi sempre di nuovo: ogni papà ed ogni mamma lo sa, ognuno di loro ha sentito quel brivido di tenerezza che ha scosso la loro vita una volta per tutte ed ha trasformato la rivoluzionaria in madre ed il calciatore in padre. Ebbene, questo brivido di tenerezza è la manifestazione interiore dello stupore che dice sì a tutte le cose ponendo qualcosa di nuovo e sacro nella realtà: un amore che tutto abbraccia perché ama un tu concreto, fragile, bello, meraviglioso… prima di ogni cosa, prima di ogni cosa.