Frosinone, al Matusa un parco senza palazzi
Il consiglio comunale di Frosinone, all’unanimità dei presenti – ossia dei consiglieri di maggioranza, dopo che l’opposizione ha deciso di non prendere parte alla votazione – ha respinto la proposta di finanza di progetto, che prevedeva la costruzione di 2 torri, ognuna di 12 piani, presentata dal privato in data 31 marzo 2017, per l’area dove oggi sorge il Parco Urbano del Matusa. La vicenda inizia il 26 aprile 2014 quando l’amministrazione Ottaviani e il rappresentante legale dell’impresa di costruzione sottoscrivono la transazione che chiudeva il project relativo al riassetto delle due aree, Matusa e Casaleno, dopo 15 anni di impasse, stabilendo, tra l’altro, che l’impresa avrebbe potuto presentare, nel termine di 30 giorni, “una proposta plano-volumetrica” inerente all’ Area Matusa, mentre per quella del Casaleno il privato rinunciava espressamente a qualsiasi proposta di Finanza di Progetto. Un mese dopo, con Deliberazione di C.C. n 31, il Consiglio Comunale prendeva atto del citato Verbale e disponeva la conclusione del procedimento, decorso il temine di trenta giorni senza aver ricevuto alcuna proposta sull’area Matusa.
Successivamente, la giunta Ottaviani portava a compimento tutti gli step amministrativi necessari alla realizzazione del Parco del Matusa, con la redazione del masterplan affidato ai tecnici abilitati dell’Accademia di Belle Arti di Frosinone e la approvazione del progetto su un’area, oltretutto, vincolata dal punto di vista archeologico e paesaggistico, così come certificato dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali. L’opera – un polmone verde nel centro cittadino, dotato di piste ciclabili, camminamenti, area giochi e strutture attrezzate – è stata consegnata alla città lo scorso 17 novembre con una inaugurazione all’insegna della natura, dell’arte, della musica, dello sport e del divertimento per grandi e piccoli. A ciò si aggiunga il fatto che la Regione Lazio, nell’ambito degli interventi di “risanamento della qualità dell’aria”, ha riconosciuto un finanziamento al Comune di Frosinone di 400.000 euro per interventi rivolti al “riordino del traffico pedonale e veicolare”, ritenendo coerenti gli interventi previsti tra via Puccini, il Parco Matusa e l’ascensore inclinato, sottolineando, così, come l’area dell’ex impianto di calcio sia un elemento cardine e strategico dell’interesse pubblico cittadino, quale baricentro per le nuove piste ciclabili, con un percorso che inizia proprio all’interno del nuovo impianto.
Solo il 31/3/2017, del resto, perveniva agli uffici tecnici comunali una Proposta di Finanza di Progetto dell’area Matusa da parte del privato, a cui il dirigente del settore ha risposto con una nota in cui si leggeva, tra l’altro: “Appare chiaro come, al momento della presentazione della Proposta avanzata dal privato, i tempi concessi alla medesima Società e con la stessa concordati nel Verbale del 26/04/2014, erano abbondantemente scaduti e, successivamente alla scadenza, questa Amministrazione ha dettato una linea di indirizzo, correttamente eseguita nella fase gestionale dagli Uffici”. Il Tar del Lazio, sezione distaccata di Latina, con sentenza n.598/2018 pubblicata in data 26/11/2018, disponeva che fosse il Consiglio comunale a pronunciarsi sulla fattibilità della predetta Proposta di finanza. “Le sentenze – ha dichiarato il sindaco, Nicola Ottaviani – sono scritte in modo semplice per essere comprese non solo dai giuristi ma da tutti, per trovare piena applicazione nel nostro ordinamento. La sentenza del Tar dispone che sia il consiglio a pronunciarsi su una richiesta di project, proprio perché viene lasciata libera l’amministrazione comunale di determinarsi sulla nuova proposta, non avendo alcun obbligo di far costruire, sull’area, ad ogni costo. Non siamo davanti a un lotto di terreno privato dotato di diritto edificatorio: l’amministrazione non è obbligata ad accettare la proposta del privato, ma solo a centrare l’interesse pubblico.
Nel 2014 – ha proseguito – come si legge nel verbale sottoscritto da entrambe le parti, il project viene ritenuto inattuabile, tenuto conto della revoca o mancata erogazione del finanziamento della Regione Lazio: si parlava, infatti, di un contributo di 4 milioni di euro, rimasto sulla carta (ma privo di un vero impegno di spesa da parte del settore preposto della Pisana) per adeguare il vecchio stadio. Il Comune ha versato delle anticipazioni di cassa per un finanziamento che la Regione non ha mai erogato, nonostante le dichiarazioni trionfali che, nel 2009, si leggevano sulla stampa. Già nel 2014 questa amministrazione, invece, indicava la possibilità di realizzare il Parco sull’area del Matusa al posto dei palazzi previsti da quel project e lo stadio nella zona Casaleno. Ogni proposta di finanza di progetto, ce lo ricorda il Tar, deve essere approvata o respinta dal consiglio comunale, sede in cui la proposta approda solo superando il vaglio della ammissibilità da parte del dirigente. Il Tar, del resto, aveva evidenziato come la nota del dirigente, non riscontrando l’ammissibilità del progetto del privato, citasse vicende pregresse da considerarsi ormai esaurite: i giudici amministrativi, dunque, hanno confermato che il termine per avanzare la proposta edificatoria fosse ormai spirato. La città, ora, ha un Parco urbano di circa 2 ettari e mezzo, che segna una svolta epocale nelle politiche ambientali e nella qualità della vita del capoluogo”.