Frosinone, buttiamo giù il Casermone
di Gianmarco Fratangeli
La Provincia di Frosinone negli ultimi anni è stata al centro di molti arresti e inchieste per il mercato della droga. Basta vedere i dati dell’ASL di Frosinone che segnalano una vera e propria emergenza sociale. In modo particolare si parla del c.d. “Casermone” di Frosinone, citato anche da Roberto Saviano, in La Repubblica, che lo definì uno dei maggiori luoghi di smercio della droga in Italia prendendo come esempio il modello Scampia.
Quel cemento armato in cui hanno fatto irruzione le forze dell’ordine che hanno smantellato, poco più di un anno fa, una delle basi di spaccio più imponenti degli ultimi tempi, ha bisogno di speranza, di libertà e di una vita. Per questo è importante avviare un Progetto di riqualificazione dell’area così com’è successo alle Vele di Scampia con il progetto “Restart Scampia”.
Un progetto voluto fortemente dalla Regione Campania, dal Sindaco di Napoli, dall’Università di Napoli e dai vari comitati di Scampia che da anni portano avanti delle battaglie contro il degrado e la criminalità di quei territori. Anche la Provincia di Frosinone, ha bisogno di un Restart Casermone attraverso la creazione di servizi e nuove abitazioni, dando vita a un modello di recupero definito in dettaglio col metodo della “democrazia partecipativa”.
Il Casermone è stato abbandonato dalla Politica che per anni ha fatto finta di nulla, si è girata dall’altra parte dimenticandosi completamente delle vere emergenze sociali. Per non parlare poi delle condizioni di stato dell’edificio. Per questo è importante avviare un progetto “Restart Casermone” come nelle Vele di Scampia e la Politica questa volta deve dimostrare forza e coraggio. Anche se è più opportuno chiamarlo “Restar Palazzo della Speranza” come vuole Don Dino Mazzoli.
Diamo speranza a quell’area, buttiamo giù il Casermone.