Frosinone, CasaPound imbavaglia le statue della città
Un bavaglio apposto dai militanti sulle statue di tutta Italia, tra cui anche quelle di Frosinone (foto allegate): questa la simbolica protesta con la quale il movimento della tartaruga frecciata ha inteso continuare a tenere alta l’attenzione sulla censura in Rete, a 40 giorni dalla disattivazione delle sue pagine e dei profili dei suoi attivisti da parte delle piattaforme Facebook e Instagram e in attesa della prima udienza della causa intentata contro i siti di Mark Zuckerberg, fissata per il 13 novembre.
“Non si è trattato di un episodio isolato – hanno affermato i rappresentanti di CasaPound – anzi, l’azione contro di noi è stata probabilmente la prova generale rispetto al tentativo di mettere a tacere gradualmente la voce dei sovranisti, come del resto dimostrato dalle censure che continuano ad essere poste in essere contro innumerevoli profili e pagine’. Per fortuna inizia ad allargarsi il fronte di coloro che hanno compreso la gravità delle censure in atto, come dimostrato dalla partecipazione al convegno sulla libertà di espressione ‘Riprendere la parola’, organizzato da Il Primato Nazionale e che avrà luogo oggi pomeriggio alle 17, con Simone Di Stefano e la partecipazione di personalità del mondo dell’informazione e della cultura quali il membro del Cda Rai Giampaolo Rossi, il docente universitario Marco Gervasoni, l’attore Edoardo Sylos Labini, la giornalista Francesca Totolo, il deputato Federico Mollicone, e il direttore del Fatto Quotidiano online Peter Gomez. E’ anche in considerazione del momento cruciale per il fronte sovranista e dell’attacco senza precedenti in corso che domani pomeriggio saremo in piazza San Giovanni, senza simboli ma con centinaia di tricolori, con la volontà di arricchire anche con le nostre idee e battaglie di sempre una piattaforma programmatica, quella dell’opposizione al governo da incubo giallofucsia, che non può limitarsi ai pur fondamentali temi dell’immigrazione e della pressione fiscale, ma deve iniziare a occuparsi con forza anche di casa, lavoro, famiglia,, salari e Stato sociale”.