Frosinone, ecco la Superlega calcio gialloblu
di Fabio Paris
Ci sono sport e sport. C’è spettacolo e spettacolo. Gli sport di squadra nascono su di un concetto cardine, l’unità di intenti. Sono la dimostrazione che spirito di sacrificio, abnegazione e merito possono permettere all’individuo di superare i propri limiti e migliorarsi, insieme agli altri. Il calcio, come pochi altri sport, è tutto questo. O almeno lo è stato finora. Adesso che una élite di facoltosi, alle prese con dei “leggeri” problemi finanziari, sembra aver deciso di circoscrivere le maggiori fonti di finanziamento globale ad un circolo privato, per accedere al quale è necessario esibire conto in banca e pedigree. La Superlega, o come cavolo decideranno loro di chiamarla, è l’ennesimo tentativo di un circolo di spocchiosi di appropriarsi dello spettacolo più seguito al mondo, arrogandosene merito e paternità. Come se la voglia di tirare calci ad un pallone derivasse dal desiderio intrinseco di ogni bambino di guadagnare milioni. Forse dei genitori del bambino, ma del fanciullo no.
Seguire l’esempio delle Major Leagues, delle National Leagues and Associations statunitensi, vorrebbe dire colpire a picconate le fondamenta di una storia che ha attraversato tre secoli. E vorrebbe dire anche aver confuso i princìpi di uno sport con i princìpi del marketing. Obsolescenza è un concetto che può adattarsi, forse, meramente alla tattica, non a tutto il giuoco. Chi oggi è lì, sul piedistallo di una mal attribuita genialità, sembra aver dimenticato ciò che muove davvero l’animo del tifoso. Un possibilità. Una possibilità che con ardore, fede, abnegazione e fatica può crescere fino a raggiungere una certezza. Eppure ne è piena la storia del calcio di questi esempi. Di Davide che batte Golia. Bene, per chi, impegnato ad aggiustare bilanci milionari, l’avesse nel frattempo dimenticato, è questo il motivo vero per cui siamo incollati davanti le TV e, fino a ieri, eravamo in fila davanti i cancelli degli stadi. La possibilità di arrivare in cima, di dimostrare il proprio valore e di riflettersi in quello dei propri beniamini, incitandoli. Vale per tutti. Vale per il Cagliari ed il Verona campioni d’Italia. Per il Leicester di Ranieri, campione d’Inghilterra. Vale per i Sarri e prima ancora per i Sacchi, che dalle serie minori hanno raggiunto le vette d’Europa. Per mister Fabio Grosso, che dal campionato d’Eccellenza arrivò all’ultimo rigore, nella più bella notte di Berlino. Vale si, anche per la Juve che, caduta come mai prima, ha saputo rialzarsi per tornare dominante. Vale per il “nostro” Frosinone, che ha colorato di gialloblu i cuori di un’intera vallata.