Frosinone, i giovani sparano perché si sentono sempre in guerra si è persa la cultura della pace
di Biagio Cacciola
Stavo a un incontro culturale a Ceccano quando improvvisamente è arrivata la notizia dell’agguato allo Shake bar di Frosinone. Le notizie erano abbastanza confuse ma immediatamente un paio di genitori sono usciti fuori dal locale per potersi sincerare delle condizioni dei propri figli che sapevano in giro per Frosinone.
L’atmosfera è cambiata subito, il senso di inquietudine ha pervaso tutti gli astanti. La città non è nuova a questo tipo di ferocia, poco tempo fa un ragazzo di colore era stato accoltellato nella zona alta e altre situazioni di scontro tra bande legate allo spaccio di sostanze stupefacenti erano già note ai frusinati.
Questo agguato portato avanti in modo sfacciato all’interno di un noto locale della Frosinone bassa ha confermato però che ormai la città è priva di difese valide contro questo tipo di delinquenza. Fondamentalmente disarmata dalla burocrazia, dai turni rigidi delle forze dell’ordine e dei vigili urbani. Una volta era possibile vedere qualche poliziotto o carabiniere camminare in servizio nelle strade principali. Ora la presenza è legata solo a qualche multa per parcheggi. Il resto è affidato alla buona volontà dei cittadini che nella maggior parte fanno il loro dovere.
Un discorso a parte meritano delle frange giovanili. Infatti l’arrestato di origine albanese è un ragazzo di vent’anni che ha sparato contro due sue conoscenti che si erano fermati ed avevano iniziato a discutere violentemente.
Si potrebbero fare molte analisi sui comportamenti giovanili ma il problema resta.
Una subcultura che non accetta mediazioni e che crede di risolvere i conflitti in questo modo è il simbolo di un mondo sempre più estremizzato. Sempre più in guerra.
Come si assistessimo a scene esportate dei teatri di guerra e legittimate dai media. Nell’immaginario collettivo in particolare dei più giovani la pace e come se fosse esclusa dalle opzioni comportamentali.
Mettiamoci intorno i vari mercati di legalità legati alla droga, alla prostituzione alle armi e abbiamo il brodo di coltura in cui nascono questi fenomeni.
La risposta deve essere di due tipi, una presenza più capillare sul territorio delle forze dell’ordine e una cultura della pace che pervade a tutti gli ambienti giovanili mobilitando gli enti locali per queste finalità.
Queste le risposte immediate che un territorio come quello ciociaro deve dare ora.