Frosinone, Marcello Veneziani fa il pieno ecco il suo nuovo libro
Una platea attenta e numerosa, nel rispetto delle misure di sicurezza, ha partecipato all’incontro con lo scrittore e giornalista Marcello Veneziani, moderato da Riccardo Mastrangeli, organizzato dalla associazione InConTrarSi. “La cappa. Per una critica del presente” (Marsilio), “fotografa la situazione attuale del nostro Paese”, ha detto Veneziani all’inizio di un dialogo che, sostenuto da analisi mai banali e da solidi richiami letterari, storici, musicali, filosofici, ha coinvolto i presenti in una originale esplorazione alla ricerca di quegli strumenti in grado di diradare l’opprimente presenza della “cappa”. Molto apprezzate anche le letture di alcuni brani del libro a cura di Nicola Masotti.
“Immersi nel presente, abbiamo perduto la facoltà di distaccarcene per vederlo nell’insieme e per capirne la direzione e il destino – ha detto Veneziani, incalzato dalle domande di Mastrangeli – Così abbiamo perso il senso del presente e non riusciamo più ad avere una visione generale della realtà. Da qui la sensazione di vivere sotto una cappa; visibilità ridotta, voci spente, suoni ovattati. Ne avverti il peso anche se non ha fattezze e non ha confini, non si può misurare, è ineffabile e avvolgente, come la cappa che avvolge gli Ipocriti nell’inferno dantesco; cappa dorata all’esterno ma plumbea e pesante sui dannati”.
Una serie di fattori concorre a creare questa fitta maglia di uniformità e oppressione, come il politicamente corretto, “una malattia, un canone di ipocrisia che scolora la realtà e la restituisce senza le sue fisiologiche contraddizioni, scadendo nel conformismo”. Vicini al punto di non ritorno, quali strumenti adottare contro la “cappa”? “Dobbiamo reagire con la reazione della nostra intelligenza, cercando spiragli di luce e di cielo, ripensando il mondo. Prigionieri del presente, abbiamo invece bisogno di riunire, in noi, i mondi del passato, del presente, del futuro, del favoloso e dell’eterno. Il passato è la memoria storica, la dolcezza dei ricordi; il futuro non può essere la prosecuzione automatica e tecnologica del presente. Abbiamo bisogno del favoloso, perché siamo creature sognanti, non solo di notte: la dimensione del sogno diurna è quella che costruiamo andando al cinema, leggendo romanzi, ascoltando musica… Abbiamo bisogno di miti, di simboli, che ci immergano nella trascendenza. Ed ecco l’eterno, dimensione di cui l’uomo ha bisogno perché la sua natura è provvisoria. Sconfiggere la cappa significa, dunque, cambiare il nostro sguardo e distaccarci dal presente, per uscire a riveder le stelle”. L’incontro è stato organizzato dal dott. Quirino Zangrilli, con la preziosa collaborazione di Romano Mattei.
Redazione Frosinone