Gestione ACEA, a Veroli è polemica

Il sindaco di Veroli ritiene opportuno fare alcune precisazioni che appaiono necessarie per fornire ai cittadini Verolani un quadro complessivo sulla questione ACEA rispondendo agli attivisti del Movimento 5 Stelle.
“Innanzitutto, contrariamente a quanto si apprende dal contenuto dell’articolo, il consiglio comunale ha approvato una delibera con cui si mandato al sindaco di votare l’eventuale risoluzione contrattuale a condizione che ci sia il parere tecnico favorevole della STO, cioè della Segreteria Tecnico-Operativa nella sua qualità di organo tecnico e di ausilio dell’Ambito Territoriale Ottimale. La motivazione è, o meglio, dovrebbe essere facilmente intuibile visto che la risoluzione contrattuale presuppone l’accertamento dell’esistenza di presupposti tecnici e giuridici.
Del tutto fuori luogo e chiaramente faziosa appare poi la circostanza della mancata possibilità di intervento durante il consiglio per due ordini di motivi: il primo, durante il consiglio comunale non è possibile dare la parola al pubblico; il secondo, nonostante tale divieto, è stata data la parola ad alcune persone presenti in aula.
Fatte queste doverose premesse, la lettera aperta contiene diverse imprecisioni e molte mancanze che denotano l’approccio approssimativo e strumentale della questione ACEA.
1) Non si spiega ai cittadini cosa succede in caso di risoluzione contrattuale con ACEA.
L’attuale gestore, ACEA Spa, rimarrebbe a gestire il servizio per un periodo che si aggira sui due anni.
Infatti, l’art. 7, comma 3, della Convenzione di Gestione prevede “qualsiasi controversia dovesse insorgere, a qualsiasi titolo, tra le parti ed anche in caso di risoluzione, scioglimento del contratto per qualsiasi titolo o ragione, scadenza del termine di convenzione ….(omissis) ….il Gestore sarà obbligato a garantire la continuità del servizio fino all’eventuale consegna al nuovo Gestore, e, comunque, non oltre il termine di 12 mesi, agli stessi patti e condizioni; qualora intervenissero circostanze e fattori non prevedibili, di cui, in ogni caso, nessuna delle parti è responsabile, detto termine sarà protratto di ulteriori 6 mesi. Oltre tali termini, la continuità dei servizi viene garantita previa rinegoziazione, secondo criteri di buona fede, delle condizioni di gestione, in modo da assicurare l’equilibrio economico finanziario del Gestore”.
Durante il primo periodo di proroga (mesi 12), quindi, i servizi dovranno essere mantenuti dal Gestore attuale agli stessi patti e condizioni ovvero di fatto restano in essere ancora per detto periodo vincoli contrattuali che impongono alle parti il rispetto delle condizioni previste nel negozio giuridico oramai risolto.
2) Non si spiega ai cittadini che in caso di risoluzione il Comune di Veroli non potrà comunque tornare a gestire direttamente il servizio idrico e fognario.
Infatti, le uniche forme di gestione del servizio possibili sono le seguenti:
• affidamento del servizio con procedura di evidenza pubblica (quindi attraverso una nuova gara per individuare un nuovo gestore);
• affidamento del servizio a società mista il cui socio privato sia scelto mediante procedura ad evidenza pubblica (quindi attraverso la creazione di una nuova società nella quale ci siano soci pubblici e soci privati, quest’ultimi scelti sempre attraverso una gara);
• affidamento del servizio a soggetto interamente pubblico in house (quindi attraverso la creazione di un Ente pubblico, ad esempio consorzio, società per azioni, ecc.).
3) Non si dice poi in caso di risoluzione e a prescindere dagli eventuali danni cosa bisogna corrispondere ad Acea.
La STO, quindi, la Segreteria Tecnico-Operativa nella sua qualità di organo tecnico e di ausilio dell’Ambito Territoriale Ottimale, ha precisato che, a seguito della risoluzione contrattuale, bisogna corrispondere ad Acea il valore residuo degli investimenti e le spese di progettazione unitamente ai conguagli ad oggi maturati.
Il valore residuo degli investimenti fino al 2015 è pari a 64 milioni di euro, per il 2016 ammontano ad euro 17 milioni, e per il 2017 altri 17 milioni per un totale di 98 MILIONI DI EURO.
Al Gestore dovranno essere riconosciute per intero le somme maturate nel biennio 2016-2017 per spese di progettazione, consulenze, indagini riferibili ad investimenti programmati.
Inoltre, ad Acea dovranno essere riconosciuti i conguagli ad oggi maturati che sono:
• mln di euro conguagli approvati relativi agli anni 2006-2011 così come riconosciuti dal Tribunale amministrativo;
• 53 mln di euro conguagli approvati dall’Autorità con la delibera AEEGSI n. 51/2016 e relativi agli anni 2012-2015;
Conguagli relativi agli anni 2016-2017 non ancora determinati, in quanto la Conferenza dei sindaci non ha approvato l’aggiornamento tariffario 2016-2019, i cui scenari sono i seguenti:
• L’Ente d’Ambito non procede all’aggiornamento delle tariffe 2016-2017, e si utilizza il Pef approvato dall’Autorità: conguagli 28 milioni di euro, 16,2 milioni di euro per il 2016; 11,7 per il 2017;
• L’Ente d’Ambito approva tariffe 2016-2017 secondo quanto previsto dalla relazione STO: 21,6 milioni di euro, al netto delle penali applicate di 11 milioni di euro, da aggiornare in base alle controdeduzioni della diffida ad adempiere: 13,3 milioni nel 2016 e 11 milioni per il 2017 (scenario più vantaggioso perché abbassa di 6 milioni il conguaglio da riconoscere al gestore);
• L’AEEGSI procede con la diffida dell’ATO che entro 30 giorni deve provvedere all’aggiornamento tariffario sulla base dell’istanza presentata dal Gestore che prevede conguagli pari a 47,7 milioni di euro: 25,7 milioni per il 2016 e 22 milioni per il 2017.
In sede di Conferenza dei Sindaci si può comunque bocciare la proposta e presentarne una alternativa.
• A ciò si aggiungano i conguagli derivanti dalla discordanza tra i volumi fatturati e i volumi misurati.
• Al Gestore andranno riconosciuti anche 10,7 milioni di euro previsti dall’atto transattivo stipulato nel 2007. In corso contenzioso giudiziario per ulteriori pretese del gestore.
Ai predetti importi dovranno essere sottratte le seguenti somme:
• importi per canoni concessori rivalutati: 21 milioni di euro per il periodo 2012-2015 e 7 milioni per il periodo 2006-2011;
• aggiornamento delle penali per le inadempienze non soddisfatte o soddisfatte in parte con la diffida ad adempiere.
• Tali somme sono immediatamente esigibili da parte del Gestore uscente al termine del rapporto contrattuale, i meccanismi di recupero di tali somme saranno oggetto di decisione da parte della Conferenza dei Sindaci.
• Alle somme innanzi esposte andranno aggiunte i costi del contenzioso giudiziario, ad oggi, non quantificabili.
4) Non si dice, infine, che la Conferenza dei Sindaci di Ato 5 ha attivato la procedura per la risoluzione della Convenzione di Gestione con l’invio al gestore di una diffida ad adempiere che Acea ha riscontrato nel termine concesso.
Sulla base delle controdeduzioni di ACEA, la STO pubblicava la propria relazione del 7/10/2016 sullo stato di attuazione alla data del 14/09/2016 ritenendo superate in parte le contestazioni sollevate e per altre ritenendo necessarie delle integrazioni. La predetta relazione della STO veniva redatta tenendo conto anche del parere legale dell’Avv. Farnetani, il quale, viste le controdeduzioni di ACEA, evidenziava che “allo stato degli atti e dei fatti, quali risultanti dalla relazione della STO, non sembra che gli inadempimenti tutt’ora persistenti e non sanati dal gestore rivestano la necessaria gravità da legittimare il provvedimento di risoluzione del contratto ai sensi dell’art. 34 della Convenzione di Gestione e dell’art. 34 del disciplinare tecnico”. Detto parere dell’avv. Farnetani è stato integrato in data 11/10/2016 con la precisione che “l’inadempimento attualmente imputabile al gestore è decisamente ridimensionato rispetto a quello contestato nel Febbraio 2016 talché sarebbe rischioso – con la certezza di un complesso contenzioso – sostenere che sussistano ancora oggi i presupposti per la risoluzione del contratto ex art. 34 della convenzione di gestione e del disciplinare tecnico. Concludo questo mio intervento invitando i grillini ad avere un atteggiamento più responsabile nell’affrontare le delicate questioni che attengono alle tasche dei cittadini e a farsi promotori di iniziative verso l’azionista di maggioranza di ACEA Spa che, oggi, è il Comune di Roma”.