Immigrato le ruba la borsa, lei gli passa sopra con la macchina 4 volte e lo schiaccia contro una vetrina

È un filmato che dura un minuto e 20 secondi a inchiodare la donna che ha travolto e ucciso l’uomo che pochi minuti prima l’aveva derubata della borsa. Un minuto e 20 secondi ripresi dalla telecamera di sorveglianza del negozio di nautica della Darsena dove domenica sera è stato trovato schiacciato Said Malkoun, algerino di 47 anni dall’identità incerta, senza fissa dimora. Manca poco alla mezzanotte quando l’occhio della telecamera in via Coppino — strada di aziende che lavorano nel settore nautico ma anche di ristoranti — inquadra l’uomo che indossa una maglietta bianca e cammina deciso lungo la strada. Non sembra nascondersi, non sembra avere fretta, probabilmente è convinto di essere riuscito a farla franca dopo aver messo a segno il furto della borsa a una donna che era appena uscita da un ristorante nella stessa via. All’improvviso alle sue spalle arriva il Suv bianco, un Mercedes di grossa cilindrata, che lo colpisce come un birillo scaraventandolo contro la vetrina del negozio. A prima vista potrebbe sembrare un incidente stradale, con una persona distratta al volante che perde il controllo dell’auto e investe un passante che ha avuto la sventura di passare da lì. Ma ogni dubbio svanisce nelle sequenze successive.  L’auto prima ingrana la retromarcia, poi va avanti a colpire nuovamente il bersaglio. Una, due, tre volte. L’ultima volta  si vede la sagoma dell’uomo per terra che sembra fissare la donna. Quello sguardo non ferma però la violenza inaudita. L’auto risale sul marciapiede e lo colpisce una quarta volta, sembra quasi passargli di sopra. A quel punto lei scende, prende la borsa, probabilmente una pochette, e risale in auto. Sullo sfondo la pioggia e i fari di altre auto che passano ignorando quello che cosa sta accadendo. Il minuto e 20 è passato. Per terra resta un uomo in fin di vita e una vetrina infranta.  L’auto riprende la sua strada, la telecamera non inquadra la tappa successiva di quella serata folle: lei che ritorna al ristorante dove aveva cenato per restituire l’ombrello che aveva preso in prestito. Resta ancora da chiarire il prologo di questa vicenda. Che cosa abbia scatenato la reazione sproporzionata della donna, un’imprenditrice di 65 anni, Cinzia Dal Pino, che con la famiglia gestisce da anni uno dei più conosciuti stabilimenti balneari a Viareggio, il Milano. La Procura guidata da Domenico Manzione l’accusa di omicidio volontario. Oggi, assistita dal professor Enrico Marzaduri, si presenterà davanti al gip per l’udienza di convalida. Ai poliziotti del commissariato di Viareggio e della squadra mobile di Lucca che si sono presentati nello stabilimento balneare lunedì mattina, dopo averla identificata grazie alle telecamere, ha risposto in lacrime che l’uomo l’aveva minacciata dicendo di avere un coltello in tasca. Sul corpo schiacciato contro la vetrina del negozio non è stato però trovato alcun coltello. Le indagini della polizia proseguono per ricostruire tutta la vicenda, anche l’identità di Said Malkoun che forse non è algerino ma marocchino. Di lui si sa che era arrivato nel 2004 in Italia senza permesso di soggiorno, che ha una sfilza di precedenti per furti e scippi, che è passato anche da Milano e Palermo ed è stato espulso dall’Italia (sulla carta) una decina di volte. Per due volte è finito in un Cpr, l’ultima volta a Roma nel dicembre 2023, ma l’Algeria non l’ha mai riconosciuto come un suo cittadino. corriere.it