In un mondo che c’è gente che nega ancora i massacri delle foibe e l’esodo degli italiani
di Michela Rossetti
In un mondo che c’è gente che nega ancora i massacri delle foibe e l’esodo degli italiani.
A distanza di quasi 80 anni una sparuta minoranza non si rassegna e non perde occasione di negare.
Come quelli che negano l’Olocausto, questi negano le persecuzioni contro gli italiani, colpevoli solo di essere italiani. Centinaia di migliaia di nostri connazionali torturati, violentati, massacrati e fatti sparire, vivi o morti, negli inghiottitoi naturali tipici delle aree carsiche denominati foibe.
Tra questi non perde occasione di mostrare minimo equilibrio Tomaso Montanari, rettore dell’Università per stranieri di Siena, spesso ospite da Lili Gruber a ‘Otto e mezzo’, il quale pur di esibirsi provocatoriamente si spinge a sostenere tesi negazioniste e a ribadire, ancora una volta, come questa ricorrenza sia una falsificazione storica voluta dalle destre.
Il Giorno del Ricordo è istituito dalla Legge 30 marzo 2004, n. 92, Montanari non può non saperlo. Ignorantia iuris non excusat.
Al rettore dell’Università per stranieri di Siena, lasciamo rispondere Toni Concina, presidente dei Dalmati italiani nel mondo: «Vorremmo che la Nazione ricordasse con serietà e orgoglio i suoi 350.000 figli estirpati dalle loro terre e dimenticati per decenni. E che si smetta di considerarla legata soltanto all’occupazione fascista! Basta leggere i censimenti austriaci dell’inizio ’900 e paragonarli con quelli croati di fine secolo per toccare con mano la sostituzione etnica effettuata sulla pelle di cittadini laboriosi e onesti, principali vittime delle conseguenze della sciagurata Seconda guerra mondiale».