In viaggio con Francesca, 6 cose da fare a Filettino e cosa mangiare

di Francesca Campoli

In occasione della visita nel Parco Regionale dei Monti Simbruini, ho pensato di accompagnarvi in un piccolo borgo, eterno luogo di pace, silenzio e natura incontaminata: Filettino, così denominato per la caratteristica disposizione delle sue abitazioni l’una in fila all’altra.

Situato su uno sperone roccioso, tra i Monti Viglio e Cotento, ai confini con il territorio abruzzese, rivela a poco a poco, la sua identità medievale. Le sue origini però sono ben più antiche e risalgono al VI secolo, ai tempi delle incursioni gotiche e saracene.

Viva testimonianza di questo periodo storico travagliato per Filettino e tanti altri centri ubicati su questo territorio, restano le “Mura Saracene”, che difesero gli abitanti dagli attacchi esterni. Durante la visita scopriremo meravigliosi affreschi medievali, un repertorio decorativo poco conosciuto, così autentico nel suo genere che vale la pena di conoscere.

Chiesa di San Nicola
  • Entrati nel paese ci accoglie la fontana delle “tre cannelle” la quale, con la sua architettura monumentale, valorizza la piazza in cui è costruita, ci invita a bere le fresche acque dell’Aniene dandoci così il benvenuto.
  • A piedi raggiungiamo alcune chiese risalenti al XII secolo, che impreziosiscono con le loro segrete opere, il patrimonio artistico del borgo. Tra queste consiglio di visitare la chiesa dedicata al senese San Bernardino, che ivi soggiornò divenendo patrono del paese. Secondo una leggenda popolare infatti Bernardino protesse la popolazione occupata dai briganti con una miracolosa pioggia di ghiande di ferro. Di recente scoperta sono gli affreschi, la cui iconografia pittorica che si dispiega nell’abside, è centrata a sviluppare i temi della Resurrezione del Signore, della Crocifissione, lasciando spazio a rappresentazioni quali la Madonna con il Bambino, figure di Santi ed angeli mentre, una fascia decorativa con racemi di acanto, divide le varie scene dipinte. Attribuiti a Desiderio da Subiaco tali raffigurazioni mostrano la sua composita formazione artistica, profondamente ispirata alle tavole umbre ed influenzata dalle innovazioni raffigurative introdotte da Antoniazzo Romano, in particolare nella rappresentazione della Resurrezione. Si individuano allo stesso tempo retaggi tardo gotici evidenti nella delineazione della Madonna.
  • La Collegiata della città è dedicata alla figura di Santa Maria Assunta che occupa una collocazione centrale nell’impostazione iconografica. Accanto a questa immagine mariana, opera settecentesca del romano Gerolamo Pesci, allievo nell’Urbe del Maratta, troviamo alcuni temi quali la Crocifissione, la rappresentazione delle Sibille, opere ad affresco del XVI secolo. Notevoli sono gli altri beni qui custoditi tra i quali spicca il busto argenteo di San Bernardino del XVIII secolo, realizzato da Luigi Valadier, padre di Giuseppe.
  • Continuando la nostra passeggiata fatta di vicoli, stradine strette, fiori alle finestre, particolari architettonici da scoprire, possiamo fermarci ad ammirare alcuni palazzi nobiliari singolari dal punto di vista architettonico: palazzo Parboni-Arquati, palazzo Pesci, palazzo di Giovannoni, fino ad arrivare in Piazza Arquati. Qui troviamo la graziosa chiesa di San Giovanni del XV secolo al cui interno si trova un prezioso affresco che suggerisce forti richiami umbro-marchigiani. Secondo alcuni studiosi infatti la Vergine in trono con il Bambino venne realizzata da artisti formatisi presso la bottega del Perugino.
  • Poco fuori le mura della città raggiungiamo la chiesa di San Nicola, singolare in quanto la sua edificazione avvenne per volere di San Benedetto e fa parte dei dodici monasteri benedettini eretti sull’Aniene. La grande ricchezza di tale luogo è costituita da un ciclo di affreschi risalente al XIII secolo che resta visibile oggi solamente nella volta centrale e riproduce il Giudizio Universale. Al centro si stagliano tre immagini di angeli clipeati ed in basso, i dodici apostoli divisi in due gruppi, rivolti verso due angeli trombettieri. Compare inoltre l’immagine della Madonna in trono. Tali affreschi sono attribuiti a frater Romanus, artista attivo sia presso il Sacro Speco sia presso la cripta di Anagni. Ci sono infatti elementi molto comuni tra questi affreschi e quelli della città dei papi ricordando che tali opere vennero realizzate in un centro che fu dipendente, intorno all’XI secolo, dei vescovi anagnini. Il prestigio culturale e religioso di Anagni non poteva non infondere un forte orientamento sulle scelte artistiche di Filettino. In entrambi i cicli infatti è possibile notare come questi partecipino ad un clima culturale che vede un progressivo distacco dagli schemi bizantini a favore di una maniera incentrata su una maggiore carica espressiva. Emergono le medesime raffinatezze decorative quali ad esempio il motivo a boccioli cuoriformi come pure la delineazione di alcuni Santi.
  • I boschi di abeti, aceri, faggi e querce fanno da cornice a Filettino, in un’atmosfera di magico silenzio in cui si avvertono solo i suoni della natura, delle acque dell’Aniene. Tra le varie bellezze che questo unico paesaggio in totale simbiosi con la natura offre ci sono gli itinerari per il trekking quali il Sentiero Italia, per conoscere le preziosità della flora, della fauna, delle grotte, gli itinerari alla ricerca dei cippi di confine tra lo Stato Pontificio e quello Borbonico, gli impianti sciistici di Campo Staffi per gli amanti degli sport invernali, mentre per le arrampicate, la falesia di Campo Staffi.
Monte Viglio

La passeggiata a Filettino, l’ultima terra laziale ai confini con l’Abruzzo, in un itinerario tra storia, arte e natura si conclude con una visita, se volete, al piccolo Museo delle tradizioni Agro-Silvo-Pastorale presso palazzo Graziani. Vi consiglio prima di andare via di assaggiare un buon piatto di “patate sotto il coppo” e per chi avesse fretta, “la pizza con gli sfrizzoli”.