Italo-israeliano ucciso in un attacco di Hezbollah, aveva 39 anni
«Rafael Kauders, riservista italo-israeliano di 39 anni dell’esercito israeliano, è stato ucciso a seguito di un attacco di Hezbollah nel Nord di Israele. Ho appena parlato con la famiglia, attiva nella comunità italiana in Israele, per esprimere le condoglianze a nome di tutto il Governo». È il ministro degli Esteri Antonio Tajani su X a dare la notizia della morte di Kauders ai media italiani dopo che era stata già comunicata in mattinata dall’esercito israeliano. Refael Kauders, 39 anni, di Tzur Hadassah è rimasto gravemente ferito ed è stato trasportato in un ospedale della zona dove è poi morto. La famiglia Kauders era originaria di Milano e si era trasferita in Israele da molti anni, dopo essere fuggita in Svizzera durante le persecuzioni razziali dell’epoca fascista. Rafael Kauders – secondo l’Ansa – era spostato ed era padre di 4 figli. Viveva a Zur Hadassa, vicino Gerusalemme. Una zia, Bianca Kauders, fu uccisa in un attentato palestinese nel giugno del 2003 a Gerusalemme.
Kauders, riservista, è stato promosso postumo al grado di sergente. L’Idf lo ha definito uomo di «tradizione e spirito» del battaglione 5030. Era un membro della Brigata Alon. L’Idf ha fatto sapere di star indagando sul motivo per cui le sirene non hanno suonato quando almeno due droni si sono schiantati sulla città di Hurfeish, a maggioranza drusa, situata a diversi chilometri dal confine con il Libano. Hezbollah ha rivendicato l’attacco. Secondo le prime valutazioni, i due droni si sono scontrati a pochi minuti l’uno dall’altro, con il secondo che avrebbe preso di mira le squadre di soccorso arrivate per curare i feriti dal primo, tattica più volte usata da Hezbollah. Dall’8 ottobre, le forze guidate da Hezbollah hanno attaccato quasi quotidianamente le comunità israeliane e le postazioni militari lungo il confine con droni carichi di esplosivo, insieme a missili guidati anticarro e raffiche di razzi. Finora, gli scontri al confine hanno provocato la morte di 10 civili da parte israeliana, nonché la morte di 15 soldati e riservisti dell’IDF. Ci sono stati diversi attacchi anche dalla Siria, senza alcun ferito. Hezbollah parla di 330 vittime, soprattutto in Libano ma alcuni anche in Siria. Di recente, il capo di stato maggiore Herzi Halevi ha dichiarato che Tel Aviv è pronta a un’offensiva militare di terra lungo il confine settentrionale con il Libano per ripristinare la sicurezza nel nord di Israele, dove decine di migliaia di civili sono attualmente sfollati. Parole poi confermate anche dal primo ministro Benjamin Netanyahu durante la sua visita a Kiryat Shmona. corriere.it