La guerra è finita, l’Etiopia è italiana
Il 5 maggio 1936 il maresciallo Badoglio, responsabile della disfatta di Caporetto nel 1917 e promotore dell’8 settembre nel 1943, due disastri compiuti dalla stessa persona, telegrafa al cavaliere Benito Mussolini: “Oggi 5 maggio, alle ore 16, alla testa delle truppe vittoriose, sono entrato in Addis Abeba”. Badoglio fatica a sconfiggere un gruppo male addestrato e male armato di beduini. Ciò nonostante, dopo sette mesi, consegna al duce quella che sarà l’Africa orientale italiana. “Questa d’oggi è una incancellabile data per la Rivoluzione delle Camicie nere, e il popolo italiano che ha resistito, che non ha piegato dinanzi all’assedio e all’ostilità societarie, merita, quale protagonista, di vivere questa grande giornata. Camicie nere della Rivoluzione, uomini e donne di tutta Italia, una tappa del nostro cammino è raggiunta. Continuiamo a marciare nella pace per i compiti che ci aspettano domani e che fronteggeremo col nostro coraggio, con la nostra fede, con la nostra volontà. Vita l’Italia!”. Così Mussolini annuncia al popolo italiano l’ingresso in Addis Abeba del regio esercito. L’impero fascista avrà durata breve, circa cinque anni, il tempo di dotare le terre del negus di infrastrutture mai viste prima nel corno d’Africa. Infrastrutture che a distanza di ottanta anni testimoniano la grandezza di Roma.