«Lasciata con la febbre a 41 un’ora e mezza al pronto soccorso», muore bambina di 2 anni
Sarà un’indagine della Procura di Lecce a valutare se vi sono state responsabilità professionali dei medici nel decesso di una bambina di due anni e mezzo morta il 29 dicembre scorso nell’ospedale Vito Fazzi di Lecce per un’encefalite fulminante, probabile conseguenza di un virus influenzale. La patologia – secondo la denuncia della famiglia della vittima- non sarebbe stata riconosciuta dai medici dell’ospedale di Gallipoli, dove la bambina era stata portata in un primo momento la sera del 26 dicembre con 41 di febbre. I genitori della piccola Ludovica Puce, assistiti dal legale Alessandro Greco, sono convinti che ci siano state mancanze nel primo soccorso avvenuto a Gallipoli dove si sarebbe perso tempo prezioso e dove alla piccola non sarebbe stato diagnosticato «nulla di grave». Stando alla denuncia, la piccola sarebbe stata lasciata un’ora e mezza su un lettino senza cure e in stato di incoscienza. Solo dopo l’insistenza dei genitori, sarebbe stata trasferita al Fazzi di Lecce in codice verde, con un’ambulanza sprovvista di medico. All’arrivo nell’ospedale di Lecce, la piccola è stata subito visitata, le è stato assegnato il codice rosso, sottoposta ad esami e a Tac e intubata. Il 29 dicembre il decesso. «Nostra figlia è morta per la superficialità dei medici, se avessero compreso subito la gravità della situazione oggi sarebbe ancora viva»: è quanto dichiara il padre della bambina, Gianluca Puce. «Per un’ora e mezza – racconta – mia figlia è stata buttata sul lettino del reparto di Pediatria, senza che ricevesse alcuna cura. Solo quando ho iniziato a fare video e foto della situazione i medici si sono detti disposti a “rivalutarla”. Hanno provato a farle una flebo, ma avevano difficoltà a trovare le vene. È stato a quel punto che hanno iniziato a preoccuparsi anche loro ed hanno disposto il trasferimento al Fazzi». Il padre della piccola, poi, continua: «Volevano che portassi in ospedale mia figlia con la mia auto, dopo le mie proteste è stata messa a disposizione un’ambulanza, ma senza medico a bordo. Per strada, all’autista dell’ambulanza veniva chiesto di “correre”, mentre mia figlia era uscita dall’ospedale con codice verde. Appena arrivata al Fazzi di Lecce, i medici si sono accorti della gravità e l’hanno subito intubata, perché non respirava più. Chiediamo chiarezza, per capire se nostra figlia si sarebbe potuta salvare. E per evitare che ciò che è accaduto a lei accada in futuro ad altri bambini». corriere.it