Lotta al caporalato, approvata legge nel Lazio
“Il consiglio regionale del Lazio ha approvato la legge contro il caporalato – ha affermato il consigliere regionale Sara Battisti – Norme che puntano a contrastare in maniera efficace questo fenomeno che nel Lazio colpisce oltre diecimila persone, sfruttate e senza diritti. Si prevede un apposito programma operativo triennale di interventi, in concertazione con le organizzazioni sindacali e gli enti del Terzo settore ed in sinergia con le sezioni territoriali della Rete del lavoro agricolo; norme e strumenti innovativi come gli elenchi di prenotazioni telematiche o gli indici di congruità per definire il rapporto tra ore lavorate e produzione di beni che puntano a far emergere il mercato sommerso e rendere agevole l’individuazione di situazioni di lavoro irregolare. Garantire diritti a questi lavoratori vuol anche significare produrre prodotti agricoli sicuri, di qualità e con il giusto prezzo. Una grande battaglia di civiltà, portata avanti con determinazione dalla Regione Lazio. Un ringraziamento al Presidente Zingaretti, al Vice Presidente Leodori, all’Assessore Di Berardino e alla commissione competente per aver portato avanti in maniera proficua un confronto attivo con le parti sociali e gli operatori del settore”.
“All’interno della legge, inoltre, abbiamo voluto inserire anche una norma che riguarda un altro settore in cui vi sono lavoratori non tutelati – ha aggiunto Battisti – Si tratta dell’emendamento che proroga, fino a Marzo 2020, gli operatori precari della giustizia: un provvedimento doveroso, per dare un minimo di garanzie a lavoratori e alle loro famiglie che continuano a vivere nell’incertezza. Parliamo di persone che vivono da anni una situazione di precariato e di paghe molto basse, nonostante abbiano svolto negli ultimi anni un servizio efficace per la giustizia italiana. Sappiamo bene che i tribunali hanno moltissimo lavoro arretrato da smaltire e, data la carenza di organico, le collaborazioni con i cosiddetti tirocinanti della giustizia sono fondamentali anche per far proseguire la normale attività ordinaria. Abbiamo chiesto un confronto al Governo su questa tema, ma ancora non siamo giunti ad una soluzione tecnica condivisa per poter risolvere una vicenda che si protrae da dieci anni. A queste donne e questi uomini dobbiamo restituire dignità lavorativa salvaguardando nel contempo l’efficienza della giustizia italiana”.