Lucio Battisti, 25 anni senza il genio della musica italiana
«Emozioni», «Acqua azzurra, acqua chiara», «La canzone del sole», «Una donna per amico» e tante altre canzoni immortali, pietre miliari del repertorio del nostro Paese. Sono passati 25 anni dalla morte di Lucio Battisti, l’artista che ha fatto la storia della musica italiana. Oltre che per i suoi brani negli anni si è parlato molto del cantautore (morto il 9 settembre 1998 a Milano) anche in relazione alla sua lunga assenza. A partire dagli anni Settanta, nel pieno del successo, infatti Battisti iniziò ad allontanarsi dai riflettori, per poi ritirarsi definitivamente dalle scene dagli anni Ottanta fino alla sua scomparsa (pur continuando a pubblicare dischi). Nel corso della sua carriera Lucio Battisti ha tenuto soltanto due tour, il primo nel 1969 e il secondo (e ultimo) nell’estate del 1970. Come spiegò in un’intervista: «Cantanti si è per poco tempo, autori per tutta la vita. La mia attività più importante è quella di autore, la seconda quella di cantante e di produttore. Sono attività che richiedono una presenza costante. Fare serate invece vuol dire mettersi lì da una sera all’altra, con ogni tempo, con pioggia e neve, finire una serata e subito partire per un’altra. Intanto non vivi. Io intendo seguire questa professione, intendo guadagnare, intendo divertirmi, intendo avere successo ma intendo anche vivere». In un’intervista del 2023 al Corriere Mogol, con cui Battisti ha collaborato dagli anni Sessanta ai primi anni Ottanta, ha detto di essere stato lui a consigliare a Lucio di non tenere più concerti, anche a causa del difficile clima politico che si respirava negli anni Settanta: «Per evitare gli insulti consigliai a Lucio di non fare più concerti. Non tornò a esibirsi nemmeno quando il clima cambiò. Credo che capì, anche se non me lo ha mai confessato, che questo l’avrebbe reso un mito». Nel corso degli anni Settanta, dopo aver abbandonato i live, Lucio Battisti iniziò progressivamente anche ad allontanarsi dalla stampa dell’epoca. Più lui cercava di tenerla a distanza più le testate lo inseguivano alla ricerca dello scoop. Sul finire del decennio, anche per essere giudicato soltanto per la sua musica (concetto espresso dal cantautore in più di un’occasione), Lucio Battisti decise di non rilasciare più interviste, «perché un artista deve comunicare solo per mezzo del suo lavoro». Nei primi anni Ottanta Lucio Battisti si allontanò definitivamente dalle scene, pur continuando a realizzare dischi. L’ultimo – il 20mo della sua carriera – è «Hegel», pubblicato nel 1994 con testi di Pasquale Panella. Nell’estate del 1997 la trasmissione televisiva Va ora in onda, condotta da Carlo Conti, Giorgio Panariello e Luana Colussi, lanciò la moda degli «abbattistamenti», ovvero gli avvistamenti di Battisti (i fan dell’artista venivano invitati ad inviare segnalazioni, fotografie e video). Per omaggiare il cantautore il programma aveva come ospiti fissi i RockGalileo, che eseguivano dal vivo i brani più celebri dell’artista. Tra il 29 e il 30 agosto 1998 si diffuse la notizia del ricovero di Battisti, in gravi condizioni, all’ospedale San Paolo di Milano. In quei giorni non furono diffusi bollettini medici. Fatta eccezione per quello diramato la mattina del 9 settembre 1998, che annunciava la morte dell’artista all’età di 55 anni: «Il paziente, nonostante tutte le cure dei sanitari che lo hanno assistito, è deceduto per intervenute complicanze in un quadro clinico severo sin dall’esordio». La riservatezza che ha sempre caratterizzato Lucio Battisti in vita fu mantenuta anche ai funerali, celebratisi in forma privata a Molteno: furono ammesse soltanto una ventina di persone (Mogol era tra loro). corriere.it