“Mi hai rovinato la vita”, uccide la compagna poi si spara davanti al Comune
Tragedia familiare a Collegno, in provincia di Torino, dove questa mattina, 19 agosto, un pensionato di 80 anni ha sparato alla convivente, coetanea, in piazza della Repubblica, di fronte al Municipio. La donna è rimasta gravemente ferita, mentre il marito si è ucciso con la stessa pistola. Le vittime della tragedi sono Francesco Longhitano, di 81 anni, e Anna Lupo, di 82 anni. Meno di un’ora dopo la notizia del decesso della donna nell’ospedale di Rivoli. Ancora da accertare il movente del delitto. La coppia abitava poco distante – al sesto piano di un palazzo in piazza della Repubblica a poche decine di metri di distanza dal luogo del delitto – e, secondo le testimonianze, ha raggiunto la piazza a piedi. Secondo alcune testimonianze l’uomo prima dello sparo avrebbe urlato: «Mi hai rovinato la vita». Quindi, dopo aver fatto fuoco ha puntato l’arma contro di sé e si è ucciso. L’ottantenne ha sparato con una pistola a tamburo che, come hanno accertato i carabinieri, era detenuta irregolarmente. «Ha sparato due colpi e dopo il primo ha detto alla moglie: alzati. Poi le ha sparato il secondo colpo – ha raccontato una donna presente -. Il terzo colpo se l’è sparato alla gola». «Venivano sempre a prendere al caffè tutte le mattine – aggiunge la barista del bar sotto casa -. Lei era una persona cordialissima, mentre lui molto più riservato. Nessuno si sarebbe mai aspettato una cosa del genere». «Li sentivamo litigare spesso, quasi ogni giorno – racconta ancora Yudelki, 43 anni, vicina di pianerottolo -. Era soprattutto lui a urlare e qualche volta la insultava, ma una fine del genere la signora proprio non se la meritava. Era gentilissima, si era offerta anche di guardare mia figlia, se avessi trovato lavoro. Le era molto affezionata e le faceva anche regali. Lui parlava poco, ma era sempre gentile e rispettoso. Usciva spesso, anche se ultimamente aveva problemi di salute e camminava a fatica». Durante le sue passeggiate si fermava spesso davanti alla Coop, dall’altra parte della piazza: «Si fermava qui a parlare con me in arabo – conferma il venditore ambulante che ha il suo banchetto di fronte all’ingresso. Parlava bene la mia lingua, mi ha detto di aver lavorato tanti anni in Arabia Saudita. Ultimamente zoppicava, stava male, ma si vergognava di farlo vedere». Per i carabinieri di Rivoli, al lavoro con il supporto della sezione investigativa scientifica di Torino, l’omicidio è riconducibile a questioni di carattere familiare. corriere.it