Monte San Giovanni Campano festeggia il papa buono
[one_third] Un uomo dell’incontro, un pastore che non escluse nessuno e un convinto artefice di pace e di unità tra i popoli. Sono gli aspetti salienti della figura di San Giovanni XXIII Papa, che il vescovo di Frosinone-Veroli-Ferentino Ambrogio Spreafico, ha messo in evidenza nell’omelia pronunciata a Monte San Giovanni Campano mercoledì scorso nella celebrazione della memoria del santo Papa bergamasco, canonizzato lo scorso 27 aprile da Papa Francesco. La messa presieduta da Spreafico, concelebrata dal parroco di S. Maria della Valle Don Antonio Covito, da tutti i parroci del comune monticiano e dal vicario della foranìa di Veroli, Padre Ildebrando Di Fulvio, ha chiuso una “due giorni” di iniziative dedicate alla santità di Roncalli in occasione dei 51 anni dalla morte del “Papa buono” (3 giugno 1963) e pensate anche per rendere omaggio ad un illustre figlio di Monte San Giovanni: Telesforo Carboni, calzolaio pontificio durante il pontificato di Giovanni XXIII, e ancor prima con Pio XII e in seguito con Paolo VI, Giovanni Paolo I e Giovanni Paolo II. “Questo Papa divenuto santo”, ha detto monsignor Spreafico, “ci insegna a vivere a servizio degli altri e non per se stessi e invita anche la Chiesa di oggi a vivere per il mondo, che è poi la sua vera vocazione”. Il vescovo ha sottolineato ancora la profonda spiritualità di Angelo Giuseppe Roncalli, salito al soglio di Pietro il 28 ottobre 1958, e il suo straordinario impegno per la pace nel mondo, compendiato nell’enciclica “Pacem in terris”.
Prima della celebrazione eucaristica, presso la Sala consiliare del Comune, la figura del Papa che volle il Concilio Vaticano II è stata rievocata dal preside Luigi Gulia, del Comitato scientifico della Fondazione “Papa Giovanni XXIII” di Bergamo e dal commendator Guido Gusso, per dieci anni “aiutante di camera” del Pontefice. Gulia ha rimarcato la costante docilità all’opera dello Spirito Santo testimoniata da Roncalli, che nelle varie fasi del suo ministero ha vissuto in continuo atteggiamento di obbedienza ed affidamento alla volontà di Dio, sempre vigile nel respingere le lusinghe dell’amor proprio. Da parte sua, Guido Gusso ha raccontato alcuni gustosi episodi della sua decennale esperienza a tu per tu con il Papa oggi Santo, mettendo in luce la sua profonda umanità, il tratto semplice e cordiale, nonché la sua grande apertura nei confronti di tutti, anche i cosiddetti “lontani dalla Chiesa”. Nello stesso contesto, è stata poi tratteggiata la vicenda di Telesforo Carboni, un monticiano che negli Anni Trenta del Novecento approdò a Roma e divenne calzolaio di cinque pontefici. Una delle sue figlie, Vanda Carboni, ha voluto ora donare alla comunità in cui suo padre ha avuto i natali, un paio di pantofole di velluto rosso appartenute a Papa Giovanni ed ereditate da Telesforo Carboni alla morte del Pontefice. Le calzature sono state consegnate alla fine della messa in Collegiata alla Confraternita della Madonna del Suffragio. Nella cappella in cui sono collocate è stato scoperto un ritratto su tela di Roncalli, opera dell’artista locale Antonio Coretti. La manifestazione in onore di San Giovanni XXIII era stata aperta il giorno 3 giugno dalla proiezione di un docu-film sul Papa nella Sala consiliare, ove è stata allestita anche una piccola mostra dedicata al calzolaio dei Papi, Telesforo Carboni
Redazione Monte San Giovanni Campano