Mozzate le orecchie al cane, veterinario e avvocato a processo
Hanno tagliato le orecchie all’American Staffordshire Terrier non per una ragione sanitaria, come avevano raccontato padrone e veterinario, ma per partecipare a concorsi di bellezza per cani e avere più chances di vincere.
È questa la tesi con cui il sostituto procuratore di Milano Maura Ripamonti ha disposto il giudizio con l’accusa di maltrattamento di animale per un avvocato milanese trentaseienne, proprietario del cane e di un veterinario con ambulatorio sui Navigli e residente a Pavia. L’inchiesta è partita un anno e mezzo fa nel corso della manifestazione «Golden edition Show» di Scandiano, provincia di Reggio Emilia. La locale Asl nell’ambito dei controlli effettuati sugli animali che stavano prendendo parte alla gara trovò sedici esemplari con le orecchie mozzate, pratica vietata dal 2016 su disposizione della Federazione cinologica internazionale in seguito alla ratifica della Convenzione europea per la protezione degli animali da compagnia.
Di uno dei cani, in virtù della competenza territoriale, si è occupato il Nucleo edilizia, ambiente e tutela animali della procura di Milano. Il veterinario nel corso dell’interrogatorio davanti agli inquirenti ha spiegato che il cucciolo tre anni prima avrebbe presentato «una parte di cancrena sulla parete distale di entrambi i padiglioni auricolari». La conseguenza di una incursione «in un roveto», così come spiegato dal padrone dello staffordshire allo stesso veterinario. Da lì si era dunque reso necessario un intervento di «conchetomia terapeutica». Una versione a cui il pm non ha creduto accusando i due di aver procurato lesioni all’animale senza necessità. Ora sarà il tribunale che nelle prossime settimane fisserà la prima udienza da cui prenderà il via il dibattimento davanti al giudice monocratico. corriere.it