Niente piccioni in piazza, il Comune decide di sterminarli
La decisione del Consiglio comunale è stata confermata domenica scorsa dai cittadini. Gli animalisti: «Bruttissima giornata, non abbiamo parole» Nello scorso weekend gli elettori di Limburg an der Lahn, città tedesca di 36 mila abitanti a una cinquantina di chilometri da Francoforte, non sono stati convocati alle urne soltanto per le Europee. In programma c’era infatti anche un referendum relativo ai circa 700 piccioni che affollano il centro storico causando disagi e sporcizia: eliminarli fisicamente come decretato il 13 novembre dal Consiglio comunale o abrogare la decisione come invocato dalle associazioni animaliste locali che avevano chiesto e ottenuto la convocazione del referendum stesso? Con buona pace di queste ultime, il 53,45% dei 7.530 votanti – il quorum era fissato a 6.662, pari al 25% degli aventi diritto – ha optato per il via libera al piano del municipio, segnando così il destino dei volatili. «L’esito della consultazione era imprevedibile. I cittadini hanno esercitato il loro diritto e hanno deciso che il numero dei piccioni deve essere ridotto», ha constatato al Der Spiegel il sindaco Marius Hahn. «Non abbiamo parole. È stata una bruttissima giornata per i diritti degli animali», è stata invece la prima reazione del comitato sconfitto. A lasciare molti perplessi, d’altronde, resta non solo l’abbattimento dei piccioni in sé, ma anche la (cruenta) modalità con cui verrà effettuato. Secondo quanto stabilito, infatti, i detestati pennuti verranno prima attirati in una gabbia-trappola, poi storditi con un colpo in testa e infine uccisi spezzando loro il collo. Basterà per liberarsi del «problema»? La drasticità della misura lascerebbe intendere di sì, ma alcuni studi citati dai critici hanno evidenziato come simili popolazioni urbane abbiano saputo rigenerarsi anche dopo interventi di questo tipo. «Non può essere che uccidiamo gli animali solo perché ci infastidiscono o sono una seccatura. Questo non è accettabile», avevano tuonato gli attivisti già in autunno. Il programma salvo intoppi dovrebbe concludersi nel giro di due anni, ma il comitato animalista continua a non demordere nella speranza che venga adottato un metodo di contenimento alternativo. In molte città italiane, per esempio, è ormai da tempo vietato dare da mangiare ai piccioni, e alcune dispongono anche di apposite colombaie da cui rimuovere le uova prima che si schiudano. Infine, altre due soluzioni consistono nel posizionare mangime sterilizzante nelle aree più colpite o nell’affidarsi direttamente ai falconieri, impiegati anche negli aeroporti per tenere distanti gli stormi dai motori dei velivoli. corriere.it