Nucleare in Italia, è ora di tornare a essere concreti e competitivi
Competitività del Paese. Produttività. Ogni volta che se ne parla, sembra di buttare la palla in tribuna. Purtroppo, non è così. Anzi, è l’incapacità di un approccio sistemico che inizia a evidenziarsi come il principale problema italiano. Si pensi all’energia. È alla base del motore economico, senza di essa un Paese non cammina. Ma a tutt’oggi si fa fatica a capire quale possa essere il mix di fonti dalle quali il nostro Paese vuole trarre, appunto, l’energia necessaria. È da lì che si deve partire per capire, ad esempio, se pensiamo a un ritorno al nucleare o meno. Non che una singola scelta possa essere la soluzione totale e finale. Le rinnovabili da sole non possono assicurare la sicurezza energetica. E nemmeno il nucleare. I piccoli reattori di cui si parla arrivano a produrre 300 Megawatt. Per avere un termine di paragone, nel vecchio piano energetico nazionale si puntava ad installare impianti di produzione da fonti rinnovabili per 8 giga (8 mila megawatt) all’anno (nel 2023 ne sono stati installati 6). È evidente che avremo bisogno dell’uno e dell’altra. Come pure delle indispensabili fonti fossili in questo periodo di transizione che si spera il più breve possibile. La combinazione, il mix di fonti sarà fondamentale. Ma ogni fonte ha bisogno di azioni specifiche. Il nucleare richiederà, ad esempio, la creazione di un’autorità indipendente che possa dare le licenze per la costruzione degli impianti. E la capacità di gestire le scorie nucleari. A distanza di decenni non abbiamo ancora un sito dove raccoglierle. E sapremo superare la sindrome del «non nel mio cortile di casa», vale a dire i campanilismi che sono arrivati a bloccare persino il rigassificatore di Piombino per qualche mese? Serve la capacità di declinare esigenze locali ed esigenze nazionali e sistemiche. Chi ha avuto occasione di parlare con le imprese attive nell’acciaio, sa che il loro problema principale, che le rende meno competitive rispetto a quelle francesi o tedesche, è il costo dell’energia elettrica. Il voto in un comune sarà sempre più importante del futuro di interi. corriere.it