Nuove antenne cellulari a Frosinone-“Legambiente difende il 5G”
“È davvero curiosa la difesa del 5G, che alimenta dubbi e perplessità sulla reale attività di alcuni responsabili di Legambiente. Così facendo, ancora una volta, infatti, confermano la validità del vecchio adagio che stigmatizzava il comportamento di coloro che sono forti con i deboli e deboli con i forti – ha affermato il sindaco di Frosinone, Nicola Ottaviani – Del resto, quando sono in discussione battaglie importanti al cospetto delle grandi lobby finanziarie nazionali e internazionali, il coraggio o lo si ha, oppure non lo si può comprare, almeno quello, al supermercato. La difesa a spada tratta della nuova tecnologia portata avanti da alcuni che si professano cultori dell’ambiente (magari ad intermittenza, ossia un giorno sì e uno no) è piuttosto curiosa, considerando anche che una testata di interesse nazionale come il Fatto Quotidiano abbia dedicato, proprio ieri, un lungo articolo sulle emissioni 5G, a firma di Nicola Borzi. Nell’inchiesta pubblicata dal quotidiano, intitolata “5G, l’allarme salute arriva dall’Europa”, si legge infatti: ‘L’11 febbraio, una nota del centro studi del Parlamento europeo sull’impatto sanitario del 5G ha sottolineato i limiti della ricerca medica e delle regole europee, che non hanno tenuto il passo con gli sviluppi della tecnologia’. E ancora: ‘Il fatto è che il 5G è diverso dalle tlc attuali: userà frequenze più elevate e onde millimetriche oltre alle microonde usate finora dal 2, 3, e 4G”.
“A causa della copertura limitata e della sensibili interferenze causate da muri, alberi o persino dalla pioggia, le antenne 5G dovranno essere installate molto fitte, con una densità di 800 stazioni base per chilometro quadrato con microcelle di 20 metri di raggio, mentre le tecnologie 3 e 4G utilizzano macrocelle da 2-15 km – ha aggiunto Ottaviani – Dunque, la popolazione sarà costantemente esposta a questo spettro di banda’. E, ancora, un passaggio chiave specie per chi si proclama a favore dell’ambiente: ‘Un appello sul 5G è stato presentato alle Nazioni Unite nel 2015 e all’Unione europea nel 2017 e il numero dei firmatari è in crescita: 268 scienziati al 18 dicembre scorso. Secondo l’appello, con il 5G nessuno potrà evitare l’esposizione costante ai campi elettromagnetici a causa dell’enorme numero di trasmettitori e di circa decine di miliardi di connessioni (…). L’appello sottolinea i rischi non solo per gli esseri umani ma anche per l’ambiente e raccomanda una moratoria sul 5G fino a che i rischi potenziali per la salute umana e l’ambiente non siano stati studiati a fondo da scienziati indipendenti dall’industria delle tlc’. E così, mentre qualcuno, a livello locale, osannava, in modo almeno sospetto e frettoloso il 5G, un quotidiano nazionale pubblicava le indicazioni provenienti dall’Europa, che vanno piuttosto nella direzione della cautela e della precauzione. È evidente, dunque, che uno dei due, sul tema 5G, abbia preso una cantonata o, addirittura, sia in palese malafede. Capiremo nei giorni futuri come stanno veramente le cose ma, già ai giorni nostri, possiamo farci un’idea su quanti siano davvero indipendenti”.
Redazione Frosinone