Nuovo virus in Italia, arriva dall’Africa aumentano i ricoveri negli ospedali
«In questi giorni la pressione della West Nile sulle strutture dell’ospedale è progressivamente aumentata. Da qualche singolo caso, che si poteva ritenere sporadico, siamo oggi a più di 10 persone ricoverate, 12 per l’esattezza, in una fascia di età dai 30 agli 80 anni. Solo negli ultimi tre giorni abbiamo avuto otto conferme di positività in pazienti che abbiamo ricoverati per i gravi sintomi della West Nile nelle nostre strutture». Il direttore generale dell’Azienda ospedaliera, Giuseppe Dal Ben, conferma l’andamento del fenomeno e la localizzazione. Sommando i dati dell’Azienda a quelli dell’Usl, si arriva a una ventina di ricoverati per West Nile (febbri o, nei casi più gravi, encefaliti). Con 49 casi fin qui accertati tra città e provincia, inoltre, il Padovano si conferma epicentro in Veneto del virus isolato per la prima volta in Uganda nel 1936 (nel distretto ugandese del West Nile, appunto). Si tratta di pazienti – ancora Dal Ben – che accedono in ospedale con un malessere spesso diffuso, con i tipici sintomi di una forte influenza, talvolta con abbinati anche fenomeni neurologici. É bene richiamare alla prudenza, la malattia in questo periodo non scherza, con una diffusione a macchia di leopardo nell’intero territorio, favorita forse anche dalle condizioni meteorologiche». Anna Maria Cattelan, direttrice dell’unità complessa per le malattie infettive dell’Azienda ospedaliera, aggiunge: «Nel reparto di malattie infettive eravamo molto concentrati sul Covid, ma in questi giorni la West Nile ha soppiantato per presenze il virus precedente, impegnando ora molte energie del nostro reparto. Attualmente non c’è una terapia d’elezione, curiamo i sintomi e nel caso di meningiti e meningoencefaliti si interviene con farmaci ad hoc per contenere gli effetti sul sistema nervoso centrale». Cattelan aggiunge un consiglio: «È bene non procrastinare l’arrivo in ospedale nel caso si abbia importante febbre con cefalea, nausea, vomito, o stato confusionale. La malattia colpisce anche i giovani, ma sono le età avanzate quelle più a rischio, quindi i grandi anziani. Sono allo studio dei vaccini, che potranno essere molto utili, ma al momento ci basiamo sulla prevenzione». E Padova, nel frattempo, registra anche un’altra vittima. Morto Marino Bellamio, dopo aver contratto proprio il virus West Nile. È scomparso per arresto cardiocircolatorio l’imprenditore e mecenate del baseball padovano. Nato a Grisignano di Zocco, da giovanissimo fece la gavetta in una “bottega” a Padova. Negli anni arrivarono le soddisfazioni. Assieme alla moglie Paola Fincato curò la crescita delle due figlie Sabrina e Katia, a cui si affiancarono i successi in azienda: prima nella casa dove visse oltre mezzo secolo in via del Bigolo con al piano terra il laboratorio, poi nel capannone artigiano di Limena. A lui deve tutto il baseball padovano: il Padova Baseball Softball Club infatti assunse la denominazione Bellamio dal 1979 al 2007. I funerali v venerdì 5 agosto alle 10.30 alla Chiesa di San Carlo Borromeo. Un nuovo caso confermato di contagio da West Nile Virus è stato registrato snche dai sanitari dell’Usl 3: il soggetto contagiato è un uomo di 55 anni residente a Camponogara. È sintomatico ma per ora non necessita di ricovero.Il nuovo caso riguardante il territorio di Camponogara, si somma ad un precedente caso nella stessa zona. «Dopo i primi casi isolati – sottolinea il direttore del dipartimento di prevenzione dell’Usl 3 Vittorio Selle – ora ci troviamo di fronte al primo “cluster’”nel territorio della nostra azienda sanitaria. Rilevato il “cluster”, prevedibile e atteso per le particolari condizioni climatiche di questa estate, abbiamo avvisato il Comune di Camponogara e sono già state avviate le procedure per un’azione mirata di disinfestazione: alle attività di contrasto realizzate di routine con azioni larvicide, ora si somma una disinfestazione speciale volta a colpire gli esemplari adulti di zanzara». Proprio oggi, 3 agosto, è uscita un’ulteriore disposizione della Regione «che ribadisce le linee guida del contrasto al West Nile Virus – prosegue Selle – questa ulteriore disposizione sottolinea nuovamente come le azioni adulticide vadano riservate a casistiche particolari, tra le quali appunto un “cluster conclamato”». La nota ribadisce che si parla di «cluster» quando si hanno «due o più casi che si verificano nel raggio di 2 km in un intervallo temporale di quindici giorni dall’inizio dei sintomi». corriere.it