Orgia nell’appartamento di un prete, overdose di Viagra si dimette il vescovo
La Chiesa polacca, già disertata da una parte dell’elettorato al voto del 15 ottobre, da cui il partito ultraconservatore PiS è uscito incapace di governare, affronta altre difficoltà. La Gazeta Wyborcza, con un’inchiesta esclusiva, fa luce su uno scandalo sessuale — orge gay fra i preti, Viagra, un prostituto — e il vescovo della diocesi coinvolta, quella di Sosnowiec, rassegna le sue dimissioni. Papa Francesco le ha accettate. Lo scandalo prosegue da un mese. Il 24 ottobre le dimissioni del vescovo Grzegorz Kaszak, che lascia l’incarico molto anzitempo, sono state accettate dal Vaticano — che non ne ha fornito una motivazione ufficiale. Procede intanto l’indagine penale a carico di un prete della sua diocesi, Tomas Z., nel cui appartamento un prostituto è collassato per overdose di Viagra la notte tra il 30 e il 31 agosto. L’indagine è scattata per omissione di soccorso: il giovane rischiava la vita, ma per non dare scandalo non sono stati chiamati in tempo i soccorsi. Anzi: secondo quanto i media hanno appurato, il sacerdote avrebbe inizialmente tentato di impedire ai paramedici di entrare nell’appartamento. Non è il primo scandalo che travolge Sosnowiec, diocesi di medie dimensioni nel Sudovest del Paese. Nel 2010, l’allora rettore ad interim del seminario di Sosnowiec avrebbe avuto una rissa in un club gay, ma gli fu permesso di rimanere al suo posto per oltre un anno anche dopo che il caso fu reso noto dai media polacchi. A marzo 2023, il cadavere di un diacono di 26 anni è stato ritrovato con ferite che facevano pensare a un omicidio. I pubblici ministeri locali hanno detto che era stato ucciso da un prete di 40 anni che poi si era suicidato. L’accusa ha affermato che i due avevano una relazione conflittuale da tempo e che il sacerdote aveva inviato al diacono messaggi minacciosi. Ora il sex party con (quasi) morto. In una dichiarazione martedì, Kaszak ha detto di aver chiesto al Papa di lasciarlo dimettersi in una lettera il 29 settembre. Ha ringraziato i sacerdoti e le suore della sua diocesi e ha chiesto «a tutti di perdonare i miei limiti umani». Kaszak era stato nominato vescovo nel 2009 dall’allora Papa Benedetto XVI, dopo aver servito per breve tempo come numero 2 nel family office del Vaticano. La diocesi, che ha identificato il sacerdote coinvolto nell’incidente come p. Tomasz Z., ha ampiamente confermato le notizie dei media, affermando che una commissione investigativa esterna ha concluso che ha commesso «una violazione molto grave delle norme morali», nonché dei suoi obblighi di sacerdote. Si citava un «incidente» avvenuto nell’appartamento del sacerdote che aveva coinvolto lui e almeno altri due laici. Kaszak ha destituito il sacerdote da tutte le funzioni il 21 settembre e ha avviato un processo canonico interno, il cui esito potrebbe portare alla sospensione o anche alla riduzione allo stato laicale, secondo una dichiarazione pubblicata sul sito diocesano. Don Tomas si difende. «Un evidente attacco alla Chiesa, compreso il clero e i fedeli, per umiliarne la posizione, i compiti e la missione», ha affermato il sacerdote in una dichiarazione inviata via e-mail al quotidiano Gazeta Wyborcza, che ha svelato la vicenda. corriere.it