Padre getta la figlia di 5 anni dal balcone, ricoverata d’urgenza
Prima ha lanciato la figlia di 5 anni dal terrazzo, e poi si è gettato lui stesso, tentando di togliersi la vita. È il gesto commesso da un papà nella notte tra 4 e 5 gennaio a Cinto Caomaggiore, in provincia di Venezia. I vicini di casa hanno dato l’allarme ai soccorsi. Sono arrivate le ambulanze del 118: la piccola è stata ricoverata all’ospedale Ca’ Foncello di Treviso in codice rosso per un grave trauma cranico. L’elisoccorso non poteva volare a causa della nebbia ed è stato necessario trasportarla in ambulanza: dopo le prime valutazioni fortunatamente non sembrerebbe in pericolo di vita. Illeso il padre, classe 1980, che ora si trova in ospedale a Pordenone: è in stato di fermo, disposto dai carabinieri per tentato omicidio. L’uomo è separato dalla compagna e aveva in affido la bimba durante le vacanze natalizie. I vicini sono stati svegliati dalle urla. Ne sono usciti tre o quattro, poi tutti gli altri: hanno trovato la bambina traumatizzata ma cosciente, con la testa ferita, dopo la caduta da circa 4 metri. Secondo un vicino, già la sera l’uomo prima aveva dato in escandescenze: «Si sarebbe potuto dare l’allarme prima». La mattina dopo è stato informato il sindaco, Gianluca Falcomer: «Non era una famiglia fragile», ha detto. «Si parla di una prognosi di 30 giorni, speriamo che si concretizzi così». Un testimone avrebbe visto la bambina cadere, e poi il padre correre, fuori di sé, tentando la fuga: «Era in uno stato di alterazione. Sembra non avesse mai manifestato atteggiamenti pericolosi prima», ha riportato il sindaco. La procura di Pordenone, che ha la competenza sul territorio del Veneto orientale, sta valutando la situazione. Il pm di turno Federico Baldo, della procura di Pordenone, è in attesa di avere i referti sia della bambina che dell’adulto. «Non è stato adottato ancora alcun provvedimento perché siamo in attesa di capire dall’ospedale le condizioni psicofisiche dell’autore di questo gesto», ha detto all’Ansa, il procuratore facente funzioni di Pordenone, Maria Grazia Zaina, in riferimento all’accaduto. «Qualsiasi altra illazione al momento è prematura – ha aggiunto – sono situazioni delicatissime, che coinvolgono, come vittima, anche una minore in giovanissima età. Sino a che non saranno chiariti i contorni e, soprattutto, la situazione mentale dell’autore dell’azione non sarà definita dagli specialisti cui è stato affidato, questo ufficio non fornirà alcun dettaglio, tantomeno le generalità e ogni altro elemento che possa contribuire a identificare i protagonisti». corriere.it