Pensione a 70 anni, ecco la nuova proposta del Governo

La norma che introduce la possibilità per le amministrazioni pubbliche di trattenere in servizio su base volontaria, il personale oltre i 67 anni e entro i 70 anni per lo svolgimento di attività di tutoraggio e affiancamento o di esigenze funzionali non diversamente assolvibili non determina maggiori oneri «ma anzi garantisce, per il periodo di trattenimento in servizio, una minore spesa previdenziale». Lo si legge nella Relazione tecnica alla bozza del ministero della Pa sulla possibilità che i dipendenti pubblici restino al lavoro, su base volontaria e su scelta dell’amministrazione, oltre l’età per la pensione di vecchiaia. «La misura si rende necessaria», si legge nella bozza allo studio del ministero, principalmente per garantire all’ingente numero di personale neoassunto, un necessario affiancamento del personale più esperto, per operare un «passaggio di competenze» che garantisca il più alto standard di efficienza. La misura, inoltre, garantisce – per il periodo di trattenimento in servizio – «una minor spesa previdenziale». La norma «consente il trattenimento di una quota parte delle facoltà assunzionali, ovvero al solo dieci per cento, proprio per rispondere all’obiettivo di garantire il bilanciamento tra l’accesso alla pubblica amministrazione delle nuove generazioni e la salvaguardia del bagaglio di competenze ed esperienze acquisite dal personale in servizio che si ritiene necessario non disperdere». In pratica il tetto del 10% è legato alla spesa per le assunzioni per cui a fronte del trattenimento in servizio di un dirigente con un’alta retribuzione si rinuncerà a fare assunzioni per lo stessa spesa per le casse dello Stato. «E’ necessario stabilire un tetto alla possibilità di trattenere il personale in servizio (quantificato in una quota parte delle facoltà assunzionali), prosegue il testo, per consentire alle amministrazioni la possibilità di svolgere la necessaria attività di programmazione delle proprie assunzioni, non è infatti ipotizzabile rimettere alla esclusiva volontà del singolo lavoratore la possibilità o meno di permanere in servizio». La disposizione, non interviene sull’ampliamento delle facoltà assunzionali dell’amministrazione, e quindi non determina nuovi o maggiori oneri rispetto a quelli già previsti per il personale dell’amministrazione, ma anzi – si legge – «garantisce, per il periodo di trattenimento in servizio, una minore spesa previdenziale». corriere.it