Pesava quasi 1 chilo e la batteria non durava, il primo cellulare compie 40 anni

Costoso, pesante e con poca autonomia. In pochi avrebbero scommesso sulla sua evoluzione, eppure si tratta di un oggetto di cui non possiamo più fare a meno. Così irrinunciabile da ipotizzare un suo ingresso nei manuali di anatomia in qualità di estensione del corpo umano, il telefono cellulare debuttava nelle nostre vite esattamente 40 anni fa. Era il 6 marzo 1983 e più che un cellulare il mercato statunitense accolse quello che in molti definivano «mattone» («The Brick») o «citofono». Targato Motorola, il «Dyna Tac 8000x» pesava 800 grammi ed era lungo 25 centimetri. Dotato di un piccolo display a led, una lunga antenna e 21 tasti, faceva rabbrividire soprattutto per il prezzo: per averlo bisognava spendere 3.995 dollari, una cifra che – aggiustata con l’inflazione e con l’aumento del costo della vita – equivarrebbe a 11.516 dollari di oggi, circa 10.800 euro. Un prezzo che fa sembrare molto economici anche i più costosi smartphone di oggi. 
Era in grado di memorizzare in rubrica non più di 30 numeri e aveva una batteria dall’autonomia a dir poco limitata: per completare il caricamento erano necessarie almeno 10 ore, ma bastavano circa 40 minuti di telefonate per esaurire del tutto l’energia. corriere.it