Picchiati e maltrattati dai genitori, 2 fratellini costretti a mangiare terra per la fame
Denutriti, sporchi, con ematomi e cicatrici. E non volevano tornare a casa. Agli agenti che li hanno trovati, e salvati, hanno detto: «No, non vogliamo tornare dalla mamma: abbiamo fame, vogliamo un gelato». La storia di questi due fratellini romani di 4 e 6 anni la racconta l’ospedale Umberto I, che ha accolto e curato i piccoli. I medici li hanno chiamati Pietro e Paolo, nomi di fantasia per tutelarne l’identità, dopo anni di abbandono, degrado e violenza. Il Policlinico ha raccontato la vicenda sulla sua pagina Facebook: «Due bimbi di appena 4 e 6 anni sono stati portati dalla polizia al nostro pronto soccorso il 10 maggio alle 16.47 – scrive l’ospedale -. I due fratellini, per i quali useremo i nomi di fantasia Pietro e Paolo e che vedete ritratti in alcune di queste foto, sono stati ritrovati dai poliziotti soli ed abbandonati in una zona fuori dal Raccordo anulare. Presentavano segni di denutrizione, sporcizia, ematomi e cicatrici. Erano in un totale stato di abbandono», spiegano ancora i sanitari. L’équipe medica si è dunque messa in moto. Entrambi i bambini, dicono i dottori, presentavano gravi problemi alimentari. «La malnutrizione da loro subita – spiegano dall’ospedale – era talmente grave che alcuni esami lasciavano pensare, a causa dei residui nello stomaco, che avessero mangiato terra». I neuropsichiatri infantili hanno approfondito l’aspetto neurologico, mentre nutrizionisti e dietisti si sono occupati dell’alimentazione, con una dieta aggiornata in base alle loro necessità. Le loro condizioni sono migliorate piano piano, giorno dopo giorno. All’inizio Pietro e Paolo non guardavano nessuno negli occhi, ricordano i medici, ma poi la fiducia è cresciuta e sono arrivati i primi abbracci. Indicativo, dicono i sanitari, il caso del più piccolo, Pietro, che nonostante i 4 anni non era neanche in grado di camminare. Col tempo e l’aiuto dei fisioterapisti ha imparato, a camminare e poi a viaggiare sul monopattino e a ballare. Affetto, attenzioni e regali: nei fatti, è come se l’ospedale – e tutta la catena di solidarietà che gli si è stretta intorno – li avesse in qualche modo adottati. Alla fine, le indagini delle forze dell’ordine hanno confermato il grave stato di abbandono dei piccoli e di irresponsabilità dei genitori, tanto da revocargli la patria potestà. «Per i due bambini – conclude l’0spedale – si è cercata una casa famiglia in cui potessero vivere, crescere e divertirsi come dovrebbero fare due bimbi, il 6 luglio hanno lasciato l’ospedale e il più grande è andato subito nella nuova casa, mentre il piccolo Pietro è stato sottoposto a un delicato intervento di Neurochirurgia pediatrica per ridurre delle raccolte ematiche, causate dalle percosse subite negli anni, che pressavano sul suo cervello e ne compromettevano la vista e altre funzioni. Oggi Pietro e Paolo vivono serenamente in casa famiglia e sono adottabili!». corriere.it