Preso a schiaffi, Conte messo all’angolo «Non ha visione politica né capacità manageriali»
Beppe Grillo risponde a Giuseppe Conte. Lo fa con un post sul suo blog intitolato «Una bozza e via» — un riferimento alla bozza del nuovo Statuto dei 5 Stelle che l’ex premier aveva scritto, su mandato proprio di Grillo, e al fatto che quella bozza è stata, di fatto, stracciata dal fondatore del Movimento. Che è, nei confronti di colui che è stato il candidato in pectore alla guida del Movimento, durissimo. L’ex presidente del Consiglio, dice, «non ha visione politica né capacità manageriali», e ha partorito uno statuto «seicentesco», un tentativo di trasformare il Movimento in un partito «unipersonale».
Conte — che proprio dai 5 Stelle venne indicato come premier dopo le elezioni del 2018 — aveva nella giornata di lunedì tenuto una conferenza stampa nella quale aveva a sua volta risposto, in modo acceso, a Grillo, che aveva incontrato (senza di lui) i parlamentari dei 5 Stelle, di fatto spiegando come l’ex premier mancasse di visione e dovesse «studiare chi siamo» prima di voler cambiare il Movimento.
Conte lunedì aveva sfidato Grillo, chiedendogli di scegliere se essere «il genitore generoso che lascia crescere la sua creatura in autonomia o il genitore padrone che ne contrasta l’emancipazione». Conte aveva chiesto che la base 5 Stelle si esprimesse sulla sua proposta di riforma: una richiesta che Grillo ha rimandato al mittente, con uno strappo che ha tutti i connotati di una rottura definitiva.
«Mi sento così: come se fossi circondato da tossicodipendenti che mi chiedono di poter avere la pasticca che farà credere a tutti che i problemi sono spariti e che dia l’illusione (almeno per qualche mese, forse non di più) che si è più potenti di quello che in realtà si è davvero, pensando che Conte sia la persona giusta per questo», ha scritto il fondatore del Movimento, prima di attaccare: «Conte può creare l’illusione collettiva (e momentanea) di aver risolto il problema elettorale, ma non è il consenso elettorale il nostro vero problema».
Durissimo, poi l’affondo: «Vanno affrontate le cause per risolvere l’effetto ossia i problemi politici (idee, progetti, visione) e i problemi organizzativi (merito, competenza, valori e rimanere movimento decentralizzato, ma efficiente). E Conte, mi dispiace, non potrà risolverli perché non ha né visione politica, né capacità manageriali».
E ancora: «Non ha esperienza di organizzazioni, né capacità di innovazione. Io questo l’ho capito, e spero che possiate capirlo anche voi».
Il fondatore del Movimento continua: «Non possiamo lasciare che un movimento nato per diffondere la democrazia diretta e partecipata si trasformi in un partito unipersonale governato da uno statuto seicentesco».
« La deresponsabilizzazione delle persone con la delega ad un singolo nelle organizzazioni orizzontali è il principale motivo del loro fallimento», spiega ancora Grillo: ma «assumersi la responsabilità significa smettere di drogarsi, smettere di voler creare l’illusione di una realtà diversa da quella attuale ed affrontarla. Insieme, con i tempi e le modalità giuste. Come una famiglia, come una comunità che impara dagli errori e si mette in gioco senza rincorrere falsi miti, illusioni o principi azzurri che possano salvarla».
Grillo afferma che chiederà che si voti in rete non sullo Statuto, ma «per l’elezione del Comitato Direttivo, che si terrà sulla Piattaforma Rousseau. Il voto su qualsiasi altra piattaforma, infatti, esporrebbe il Movimento a ricorsi in Tribunale per la sua invalidazione, essendo previsto nell’attuale statuto che gli strumenti informatici attraverso i quali l’associazione si propone di organizzare le modalità telematiche di consultazione dei propri iscritti sono quelli di cui alla Piattaforma Rousseau (art. 1), e che la verifica dell’abilitazione al voto dei votanti ed il conteggio dei voti sono effettuati in via automatica dal sistema informatico della medesima Piattaforma Rousseau (artt. 4 e 6). Ho, pertanto chiesto a Davide Casaleggio di consentire lo svolgimento di detta votazione sulla Piattaforma Rousseau e lui ha accettato». corriere.it