Profugo in Ciociaria da Pola, ecco il racconto di Claudio ospite del circolo Radici

di Biagio Cacciola

Una manifestazione interessante sulla giornata del ricordo si è tenuta a cura del circolo Radici ad Alatri presso la biblioteca del Palazzo Conti Gentili. Un incontro a cui hanno partecipato il sindaco di Alatri Cianfrocca e altri esponenti comunali.

Iniziata con la presentazione di Giuseppe Pica, vicepresidente dell’associazione che ha presentato i relatori, tra cui il sottoscritto. In primis il profugo di Pola, Claudio che ha narrato, in modo emozionante, l’epopea della sua famiglia che ha visto sotto l’occupazione tedesca prima la deportazione a Dachau del capofamiglia e dopo, l’occupazione jugoslava, l’esodo di tante famiglie, anche croate, impaurite dalla scomparsa di gente comune, oltre a monarchici, indipendentisti, socialisti, cattolici, delle quali molte morte nelle foibe.

Gente che ha avuto solo la sfortuna di trovarsi a casa propria nel momento più crudele della guerra, cioè dopo l’8 settembre, dopo la caduta del fascismo e l’armistizio con gli alleati. Ciò ha permesso alle truppe del maresciallo Tito di occupare quelle zone e sfogare la loro voglia di vendetta brutale.

Infatti nel 1941, la Slovenia e la Croazia, erano state occupate dall’esercito tedesco e dalle truppe del generale Roatta che avevano fatto terra bruciata, deportando il 25 per cento della popolazione di Lubiana in campi di concentramento e passando per le armi centinaia di resistenti all’occupazione nazifascista.

Un clima di terrore che generò l’odio che subito dopo portò le milizie jugoslave a tentare una vera e proprio pulizia etnica. E’ in questo contesto storico che nasce il meccanismo delle foibe. Generato da nazionalismi identitari che sono stati la causa delle due catastrofiche guerre mondiali.