Prova ad ammazzare il compagno, “Guardate i lividi come mi ha ridotto”

«Donne abbiate coraggio: se i vostri uomini sono violenti non dovete vergognarvi e subirli in silenzio come ho fatto io per tanto tempo con il mio ex… Guardate in che stato mi aveva ridotto… ». Lo scorso ottobre aveva pubblicato sui social «le foto dei lividi che mi lasciavano i pestaggi del mio precedente fidanzato»: Anna Paola Battaglini è ora in carcere per il tentato omicidio del nuovo partner, con cui convive a Verona in via Albere. Da «vittima di violenze dall’ex», all’arresto per aver cercato di ammazzare il nuovo compagno: da un amore tossico all’altro, una storia — quella di Anna — che a pochi mesi di distanza si ribalta completamente. 
Tutto cambia nella notte tra venerdì e sabato, quando la 34enne avrebbe tentato di togliere la vita all’attuale compagno addirittura per tre volte nell’arco di pochi minuti: questa l’accusa-choc di cui dovrà rispondere davanti alla giudice delle indagini preliminari Maria Cecilia Vitolla del Tribunale di Verona. E pensare che appena quattro mesi fa, a fine ottobre 2023, la giovane artista circense e contorsionista veronese nata nel comune scaligero di Zevio, denunciava al Corriere e sui social «le condizioni in cui mi ha ridotto il mio ex partner», pubblicando le foto dei «lividi che mi lasciavano le sue botte…». Immagini crude e scioccanti, che Anna all’epoca spiegò al nostro giornale di «aver trovato il coraggio di mostrare a tutti perché voglio che vengano viste dal maggior numero di persone possibile… Devono rendersi conto che il mio ex, il bruto che mi ha ridotta così, è stato assolto dall’accusa di lesioni perché all’epoca ho commesso l’errore di non denunciarlo….». Il reato di lesioni è infatti procedibile solo su querela: «Ma io questo non lo accetto». 
Questo diceva Anna lo scorso ottobre, chissà se e cosa dirà adesso al giudice che la interrogherà sull’arresto di venerdì notte: ore terribili, quelle vissute lo scorso weekend nell’appartamento della 34enne, che per il pm avrebbe agito contro l’attuale compagno «sotto l’azione di sostanze stupefacenti», cocaina e benzodiazepine. Originario della Romania, il convivente è sottoposto all’obbligo di firma per reati contro il patrimonio (furti di rame): in precedenza aveva scontato i domiciliari a casa di Anna, con cui pare che i rapporti fossero tesi «da circa due mesi». Questo ha dichiarato lui nella denuncia-querela firmata contro la 34enne all’alba di sabato. Per la vittima non c’è stato bisogno del ricovero perché ha riportato lesioni lievi: «Ferite superficiali e non sanguinanti all’epidermide», è il referto dei medici. In ospedale gli è stata data una prognosi di 4 giorni, mentre a uno dei carabinieri intervenuti per fermare Anna ne sono stati diagnosticati 8, il doppio del compagno. 
In ogni caso, è la ricostruzione degli inquirenti, Anna avrebbe cercato di ucciderlo per tre volte nel giro di pochi minuti, poco dopo l’una di notte tra venerdì e sabato. Nel primo tentativo, colpendolo «mentre lui era in dormiveglia sul letto, con un coltello da cucina, al collo lato sinistro e al naso lato destro»: alzatosi di soprassalto, il fidanzato le avrebbe strappato subito la lama dalle mani. Anna però lo avrebbe raggiunto in soggiorno, aggredendolo una seconda volta «con un coltelletto seghettato». Disarmata nuovamente da lui, lei lo avrebbe «afferrato per il collo» per poi «lanciarlo di peso contro una bicicletta». Tre tentativi di uccidere il partner «non riusciti — si legge nel capo d’accusa — per fatti indipendenti dalla volontà» dell’arrestata, ovvero per «la reazione della parte offesa».
Un tentato omicidio pluri aggravato «in quanto commesso per futili motivi, in danno del convivente e agendo in stato di intossicazione da stupefacenti». 
Sospetti pesanti come macigni: secondo la difesa, però, c’è un «ma».
A richiamare l’attenzione dell’avvocata Barbara Casarotti, in particolare, sono le dichiarazioni di un vicino di Anna: nelle sommarie informazioni rese all’Arma, il dirimpettaio ha riferito di aver sentito quella notte — attorno all’1.05 e dunque pochi minuti prima del tentato omicidio (perpetrato secondo gli investigatori all’1.40) — la 34enne urlare «aiuto» nel corso di una lite violenta con il partner. Non solo grida, ma anche colpi alle pareti e rumore di piatti infranti. Lo stesso vicino di casa avrebbe anche visto Anna dallo «spioncino» della porta mentre bussava agli altri appartamenti cercando aiuto: il medesimo testimone, preoccupato, avrebbe quindi telefonato il 112. Ma allora, cos’è accaduto esattamente a casa di Anna nell’ultimo venerdì notte di violenza? corriere.it